«Troppe le pratiche inutili»

(...) Il risultato inevitabile è l’accumulo di arretrato. Spesso e volentieri mi sono trovato costretto a scendere in quella bolgia a rintracciare di persona fascicoli che non davano più segni di vita».
Ma il procuratore aggiunto sottolinea un altro dato: a rendere improbo lo smaltimento delle pratiche è la quantità abnorme di denunce che piovono ogni giorno negli uffici giudiziari di via Freguglia. Le denunce vengono smistate da ognuno dei procuratori aggiunti, che sono sette: ebbene, ci sono stati giorni in cui un singolo procuratore si è trovato a smistare centosettanta denunce. Il conto del totale è presto fatto.
Ma come è possibile che una città di un milione e mezzo di abitanti produca una simile quantità di notizie di reato? «La verità - spiega ancora Carnevali - è che molte di queste denunce sono, da un punto di vista giudiziario, assolutamente inutili: nel senso che la possibilità di perseguirne i colpevoli è pari a zero. Parlo, per esempio, delle truffe informatiche o delle carte di credito clonate. Se dovessimo indagare su ciascuno di questi episodi non faremmo altro, anche perché per ciascuno di essi dovremmo avviare lunghe e costose rogatorie in Romania o in qualcun altro dei Paesi dove questi reati vengono gestiti.

In realtà nemmeno i denuncianti, cioè le compagnie che emettono le carte di credito, si illudono che le denunce approdino a qualcosa, hanno già messo a bilancio un tot di perdite dovute alle clonazioni, e fanno le denunce solo come adempimento burocratico. Ma anche queste contribuiscono a intasare a dismisura la nostra macchina organizzativa».

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