Tutti votavano Bernardo

Prima di candidarsi con il centrodestra la coda dei politici per omaggiarlo Le foto con il Papa, Segre, Lamorgese e perfino Boldrini

Tutti votavano Bernardo

Chi direbbe mai che un giorno Luca Bernardo si è seduto a fianco di papa Francersco. O ha passeggiato nel suo reparto modello a fianco di un mito come Liliana Segre o ha ricevuto un premio dalle arcigne mani di Laura Boldrini, dall'allora prefetto e oggi ministro Luciana Lamorgese con gli applausi della vice sindaco Anna Scavuzzo oggi inviperita. Nessuno. Eppure per chi avesse un briciolo di memoria o un archivio c'è stato un tempo nel quale Luca Bernardo non era un pericoloso pistolero, specializzato in gaffe, pasticcione, incapace e amico di impresentabili fascisti e razzisti. Non erano molti anni fa, ma solo i mesi che ci (e soprattutto lo, lui e la sua famiglia) separano dalla decisione di accettare la proposta del centrodestra di candidarsi sindaco. Un gesto d'amore per la sua città che a posteriori sembra essergli costato parecchio. Anche se le sue spalle grosse e tatuate (una colpa pure questa) non mostrano cedimenti sotto il peso degli attacchi da tergo nella forse più brutta campagna elettorale che Milano ricordi. Perché anche su Internet queste poche settimane di impegno sotto le bandiere «sbagliate» hanno seppellito sotto montagne di cattiverie la sua prestigiosa carriera di primario di un reparto di Pediatria al Fatebenefratelli preso con cinque stanzette scrostate e fatto diventare un modello in tutto il mondo. E, infatti, come dimostrano una montagna di foto, c'era la coda per andare a omaggiarlo e a farsi inquadrare dalla telecamere al suo fianco. Cosa di meglio per un politico o un amministratore che a favore di telecamera stringere la mano al pediatra «buono» che curava i bambini, li curava dal bullismo quando nessuno immaginava che il fenomeno avrebbe dilagato e diventava l'angelo custode delle mamme. E così sindaci di tutti i colori, ministri e ministre, istituzioni e politici lì a osannarlo. Bravo medico e ancor più bravo raccoglitore di fondi da destinare alle strutture sempre più pronte ad accogliere e soprattutto curare i piccoli pazienti. Che bello raccontare allora, invece della pistola, di un telefono acceso giorno e notte per un consulto a genitori disperati.

Che belli gli animali in ospedale per la pet therapy, i murales in stanza donati dai benefattori, i giochi e i computer per poter studiare nonostante le malattie. E poi «puff». Tutto finito. In un giorno d'inizio estate quando l'Ippocrate s' è trasformato in zucca.

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