Venduta la villa di Giò Ponti: è giallo

È battaglia legale sulla sorte della prima casa costruita a Milano dal grande architetto Giò Ponti, il progettista del Pirellone. Una delle figlie di Ponti ha denunciato la propria badante accusandola di averla convinta a vendere sottocosto il proprio appartamento nella villa di via Randaccio, la costruzione - con ampi e vistosi riferimenti palladiani - realizzata nel 1925 su disegno di Ponti, e dove lo stesso architetto visse per alcuni anni.
Elisa Ponti, oggi novantunenne, sostiene che O.M., originariamente assunta come colf, si sarebbe fatta largo nella sua vita approfittando dei suoi dissapori con i figli, plagiandola e convincendola a cointestarle il conto in banca. Anche la vendita sottocosto della casa di via Randaccio sarebbe stata una conseguenza dell'ascendente totale che la donna esercitava su di lui.
Ma per il tribunale le cose sono andate diversamente. O.M. è stata rinviata a giudizio e processata per circonvenzione di incapace, ma dapprima l'accusa è stata modificata in appropriazione indebita, e poi l'imputata è stata assolta.

Secondo il giudice Clementina Forleo, la figlia di Giò Ponti era tutt'altro che incapace di intendere, e i suoi dissapori con i figli erano talmente radicati che è ben possibile che l'anziana donna abbia deciso di vendere la casa per allontanarsi da loro e per vivere con dovizia di contanti il resto della sua vita.

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