«Prima il Duomo si guardava, ora si può osservare perché è illuminato da una luce che serve a tutti e che serve per tutti». Tace all'improvviso, turbato, l'ingegnere Pietro Palladino. Raramente certe «imprese» strutturali commuovono, ma quelle che oltre a raccontare storie di monumenti, narrano quelle di uomini, vite e anime, ma anche di sacrifici e gioie costruite giorno dopo giorno, possono riuscirci. Per questo ieri, 13 dicembre e Santa Lucia - considerata dai devoti la protettrice degli occhi e dei ciechi ma che è anche, come ha sottolineato il presidente Fedele Confalonieri, «patrona della nostra Veneranda Fabbrica del Duomo» - è stata un'occasione ideale, quasi privilegiata e perché no, per tanti versi passionale, per presentare l'ultimo capitolo dell'illuminazione della cattedrale che da sempre rappresenta Milano nel mondo. Il nuovo impianto di luce esterna - quella perimetrale e della parte alta, che comprende le coperture e le guglie - si accenderà infatti giovedì 20 dicembre, alle 18.45 e farà risplendere la cattedrale nella notte milanese, rendendo questo gioiello d'architettura gotica, neogotica e neoclassica dedicato a Santa Maria Nascente, il più prezioso dono di Natale ai milanesi. Quarantacinque minuti più tardi, con la cattedrale rivestita di luce, le sue porte si apriranno per accogliere la gente al tradizionale concerto di Natale, (l'ingresso è libero fino a esaurimento posti) che sarà però anche in diretta streaming. Una occasione musicale offerta dalla Veneranda Fabbrica del Duomo e dal Comune di Milano con il sostegno di Assolombarda e realizzato da laBarocca, l'ensemble specializzato in musica sei-settecentesca dall'Orchestra Verdi diretta dal maestro Ruben Jais che si esibirà con brani dal Messiah di Friedrich Händel.
Come ha spiegato ieri Valerio Camerano, ad di A2A, questo «lavoro di squadra su un progetto così ricco di insidie, iniziato nel 1929 con l'illuminazione del Duomo da parte di A2A» - impegno per il quale ha ringraziato tutti e quindi anche l'assessore di Palazzo Marino alle Infrastrutture Marco Granelli - ha migliorato le luci perimetrali con 574 proiettori a led (prima erano 380) che avranno una potenza del 35 per cento in meno ma offriranno una luminosità superiore del 30 per cento. «Si tratta di proiettori ad hoc, una sorta di vestito tagliato su misura» ha concluso, anche lui con una certe commozione.
Si, tra qualche giorno, come ha ricordato Confalonieri, «le inconfondibili guglie, simbolo della nostra raccolta fondi, non saranno più in ombra: insieme alla Madonnina risplenderanno nella notte milanese».
A concludere l'intervento dell'Arciprete del Duomo di Milano, monsignor Gianantonio Borgonovo.
Che, citando Giobbe, ha ricordato come «facendo sparire la luce nefasta, rimanga solo quella bella» che «deve aiutarci a illuminare il positivo che affascina». «Non è nostra questa luce, ne abbiamo bisogno dall'esterno» ha concluso il religioso. E a qual punto non si sarebbe davvero potuto aggiungere niente altro.
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