Voto per Città metropolitana: i candidati di Forza Italia e Pd

Voto per Città metropolitana: i candidati di Forza Italia e Pd

Il listone «costituente» Pd-Forza Italia, salvo sorprese, non ci sarà. Si andrà quindi al voto con liste contrapposte il 28 settembre, quando sindaci e consiglieri comunali della ex provincia (circa 2mila grandi elettori) saranno chiamati alle urne per eleggere i 24 componenti del Consiglio che scriverà lo statuto delle città metropolitana e dunque il futuro di Milano nell'era post-Provincia.
L'ipotesi di un accordo trasversale, che sarebbe stato coerente con un clima «costituente», oggi è difficile. E anche il capogruppo regionale, Claudio Pedrazzini, ieri è stato netto: «Il nostro elettorato - ha detto - ci spinge (in un sistema bipolare) alla contrapposizione, seppur nel dialogo e nel confronto con tutti, tra maggioranza e opposizione». Il «listone» è reso più improbabile dal passare dei giorni. Le liste infatti devono essere presentate almeno venti giorni prima del voto e - considerata la pausa agostana - i tempi tecnici sono stretti. Pur non rinunciando alla sua battaglia per l'elezione diretta del sindaco metropolitano e contro quella che definisce tuttora una «legge sbagliata», Forza Italia si è messa in moto. Alcuni fa ha riunito i suoi amministratori e il 15 luglio il coordinamento provinciale ha inviato loro una lettera che invita a presentare le disponibilità alla candidatura, auspicando un «fronte comune» fra gli azzurri e le liste civiche di «area moderata». Resta da vedere se questo «fronte», che prevedibilmente può contare su 8-9 seggi, comprenderà anche gli altri partiti di centrodestra. La Lega sembra ancora discutere il da farsi ma dal Carroccio hanno già fatto intendere di non gradire molto un'alleanza con il Nuovo centrodestra. Forza Italia è certo meno categorica ma gli azzurri non perdonano all'Ncd l'assetto (praticamente «monocolore») della attuale giunta provinciale: «Fanno appelli all'unità solo quando conviene» ha detto qualcuno dopo aver letto l'appello di Marcovalerio Bove, Manfredi Palmeri e Matteo Forte. Alla freddezza di Fi ha replicato il neo coordinatore Ndc Niccolò Mardegan: «Chi è contrario all'unità del centrodestra è contro lo stesso centrodestra. Chi non lavora per unire lavora perché il centrosinistra possa sempre vincere». E oggi aggiunge: «L'unità a Milano, importante anche in prospettiva anti-Pisapia, è il primo passo per discutere sui tavoli di tutte le province lombarde». «Altrimenti - conclude - ognuno andrà per conto suo. Noi abbiamo tre o quattro voti a Palazzo Marino e siamo in grado di eleggere un consigliere».
Forza Italia intanto sta ricevendo e valutando le disponibilità a candidarsi. Quanto ai nomi, le indiscrezioni parlano di Andrea Mascaretti, vice coordinatore comunale, e di Armando Vagliati, consigliere comunale. E si fanno i nomi dei sindaci dei Comuni più importanti dell'hinterland: Marco Alparone di Paderno Dugnano, Graziano Musella di Assago, Vito Bellomo di Melegnano. O di consiglieri come Alberto Villa. Anche il Pd punta sui sindaci. Dovrebbero essere in lista Eugenio Comincini di Cernusco sul Naviglio, Monica Chittò di Sesto San Giovanni, Pietro Romano di Rho, Alberto Centinaio di Legnano, Andrea Cecchi di San Donato, Simone Negri di Cesano Boscone.

Ma con ogni probabilità ci saranno anche il segretario metropolitano Pietro Bussolati (consigliere a Melzo) la sua ex avversaria Arianna Censi, consigliere a Opera. E per Milano dovrebbero essere schierati il capogruppo Lamberto Bertolè e Anna Scavuzzo. Con la proposta del «city act».

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