Si apre una nuova crepa nei rapporti fra Municipi e Comune, una crepa lunga circa 1,8 chilometri, tanto quanto la pista ciclabile che da Amendola dovrà portare a Conciliazione, passando per via Monte Rosa, piazza Buonarroti, via Giotto, via del Burchiello, via Guido D'Arezzo e via Alberto da Giussano. Spesa complessiva prevista: 5 milioni e 200mila euro.
Il progetto prevede una coppia di piste ciclabili monodirezionali. Insomma, due corsie da 2 metri l'una, in parte già realizzate. Il primo troncone infatti è stato fatto, da via Previati a via Colonna, poi la ditta appaltatrice è fallita e tutto si è bloccato nell'ottobre del 2017. A giugno l'opera è stata aggiudicata a un'altra ditta, a settembre è stato firmato il contratto e il 19 ottobre i lavori sono stati affidati alla nuova impresa, con l'obiettivo di chiudere tutto entro il biennio. Ma il Municipio è contrarissimo a quella che il presidente, Marco Bestetti, definisce «un'opera faraonica e inutile». «Con quella cifra - attacca il presidente di Zona, esponente di Forza Italia - potremmo sistemare dieci scuole o trenta incroci pericolosi». In più, i lavori hanno un prezzo ulteriore, in termini di posti auto persi. «L'offerta dei posti è dimezzata: si passa dagli attuali 360 a 180, in una zona che è già in grande sofferenza. Nelle vicinanze di via Monte Rosa le auto sono parcheggiate un po' ovunque». I dubbi di Bestetti riguardano l'impatto complessivo che la pista potrà avere sul traffico del quartiere: «Le carreggiate perderanno quattro metri, due da una parte e due dall'altra. Si creerà un imbuto destinato a congestionare e rallentare ulteriormente il traffico e ad aumentare lo smog, quindi avremo conseguenze opposte a quelle tanto decantate dal centrosinistra che amministra il Comune». Ci sono anche dettagli poco convincenti: «In due tratti, in tutta la larghezza, la pista passa sopra le grate di ferro dell'areazione della metro. Mi viene in mente quella disastrosa di viale Tunisia».
L'altra sera l'assessore Marco Granelli ha incontrato i cittadini del quartiere. Al di là degli aspetti tecnici comunque, la protesta della Zona si allarga a tutta la politica delle ciclabili. «Stiamo parlando di una follia viabilistica in linea con la furia ideologica dell'era Pisapia - prosegue Bestetti - Qui stanno spendendo oltre 5 milioni, ma se li sommiamo ad altre opere simili stanno spendendo decine di milioni, per piste che poi non sono usate da nessuno, intasano la viabilità e sottraggono risorse preziose, ma in compenso interessano molto all'elettorato di riferimento, quello dei radical chic».
«Sono soldi presi e buttati dalla finestra - conclude - per opere inutili realizzare senza neanche sentire prima il parere di chi potrebbe proporre modifiche e correttivi». «Quelle risorse dovrebbero essere destinate alla manutenzione delle strade, quella che oggi è una vera priorità di questa città».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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