«No alla cultura della distruzione. Gelmini la scuola tha bocciata, la rivolta degli studenti è appena cominciata»: recitava così lo striscione che apriva il corteo organizzato dai collettivi studenteschi. Un serpentone partito intorno alle 9.30 da largo Cairoli per dirigersi a suon di Beach Boys e Bee Gees in piazza Fontana. Oltre mille gli studenti che hanno disertato i banchi di scuola e, senza lasciarsi scoraggiare dalla pioggia, hanno sfilato per le vie del centro al grido di «Gelmini noi ti bocciamo» e «la riforma non la vogliamo», in contemporanea con i coetanei di altre città italiane.
Una mobilitazione contro «gli otto miliardi in meno allistruzione pubblica in tre anni» e i «97mila professori e 43mila posti Ata in meno», hanno fatto sapere i collettivi e Cantiere, lunico centro sociale presente. Ma anche, dice Gianmarco del Liceo Manzoni, «rafforzamento della gestione manageriale dellamministrazione» che renderebbe «la scuola sempre più simile ad unazienda». Poi aggiunge: «Vogliamo che la nostra scuola significhi libera circolazione del sapere, formazione critica alla vita, autodeterminazione, scambio e confronto tra diverse culture, sviluppo della propria individualità, socialità e relazioni».
Belle parole, certo, ma contrastanti con gli atti di vandalismo che non sono mancati nemmeno in questa manifestazione relativamente tranquilla. «A seguito del corteo degli studenti - ha fatto sapere il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato -, sono apparse scritte ingiuriose contro il ministro Gelmini su muri ed edifici nelle vie Carducci, Molino delle Armi e corso Italia.
I collettivi studenteschi profetizzano un autunno caldo, che promette di far perdere a loro parecchi giorni di scuola e alla città un po di decoro urbano. Già previste nuove mobilitazioni per il 17 ottobre.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.