Il miracolo economico di una terra ecologica

Un negozio di scarpe che vende al jet set. Una ventenne che investe in profumi e balocchi. Un autosalone da 12.000 metri quadri. Un'azienda di allestimenti commerciali in tutto il mondo. Montaggio ad episodi e lungo piano sequenza sulla Val di Vara. Alta, Media e Bassa. Del particolare che fa specie. Niente grafici e lettura trasversale. Terra di boschi e di fiume. Di pendolari sul flipper tra La Spezia e il Levante della Fit-Ferrotubi che tirava. Un po' d'agricoltura, un po' di terziario, e i lanci lunghi di chi dell'eccentrismo ha fatto un valore aggiunto. Con Gianlorenzo Fazio, responsabile Confcommercio Alta Val di Vara, a zig-zag per la Valle. A mostrarti un'economia sana. A Sesta Godano la creatura di Roldano Fraboschi, FR Car, 12.000 metri quadri di auto in vendita e da noleggio. In principio fu l'officina. Trent'anni dopo la proiezione di un marchio che viaggia in Italia ed Europa. Fraboschi da lì non si schioda, «e dove la trovi un'area così che ti consenta di provare le auto?» Segna lo spazio e puntualizza: «I miei dipendenti, 27 in tutto, arrivano in buona parte dalla Spezia. Qui manca manodopera specializzata». Poi la difficoltà di comunicazione in una zona dove non c'è Adsl: «Ci arrangiamo pagando cifre altissime» e la stoccata: «Se fossimo 3-4 imprenditori consorziati avremmo maggior potere d'acquisto». Difficile. Ci hanno già provato, ma è terra di individualismi.
Più avanti c'è «Rao e Sartelli Legnami». Diciotto dipendenti. Percorso inverso. Si trasferisce qui dalla Spezia nel '93. Ha una pineta sua e spazio da vendere. «Gli sviluppi economici ci sono - conferma Valerio Rao - La Val di Vara potrebbe essere un ottimo mercato. A mancare sono le infrastrutture. Bisogna incentivare la gente a salire». Tappa da Giovanni Lucchetti, sindaco di Sesta. Annuncia la soluzione del problema Adsl e l'aggancio con l'Stl delle Cinque Terre del presidente Franco Bonanini. «Dobbiamo puntare sul turismo. I ragazzi vogliono restare e il numero dei residenti è stabile. Manca la concertazione su servizi, turismo, imprenditoria e agricoltura. Dobbiamo lavorare sul marchio da dare al miele, ai funghi. E al vino, perché no?» Claudio Del Vigo, neo sindaco di Borghetto Vara insiste sulle certificazioni: «Varese fa scuola e noi dobbiamo fare sistema e investire sulla ricettività». Riccò, a sorpresa, si tiene in seno la Costa Group, cento dipendenti, punta d'eccellenza negli allestimenti commerciali e commesse in tutto il mondo. «Più un centinaio di attività artigianali. Terra feconda che si sta aprendo anche a turismo e ricettività».
Torni a Varese Ligure che continua a segnare il passo nel biologico. Qualcuno chiude, ma altri aprono. Il vice sindaco Maurizio Caranza, guru del bio-successo, ti mostra il grafico economico. Niente male. «Difficoltà di manovra imprenditoriale in un contesto di popolazione a tradizione agricola - premette - Ma il saldo immigrati-emigrati è positivo. Il risultato del lavoro fatto è a lungo termine. Fino a pochi anni fa non c'erano agenzie immobiliari. Oggi ne contiamo tre». L'«eco» viaggia in Europa alla grande. Un occhio ai negozi recenti del borgo rotondo. Carlo e Angela Filipelli hanno aperto Mille Pe', stivaleria texana e grandi calzature. Lui che ha suonato per vent'anni in Riviera le sue scarpe artigianali le racconta da artista. Ha nomi importanti da tutta Italia che si fanno i chilometri per i suoi Sancho, da acquistarsi in un paese bello di storia. Nel carruggio Vera Delucchi, 23 anni, s'è inventata la profumeria Safarà. Dallo scorso aprile. Gli affari vanno bene.

«A Varese un'attività nuova è un investimento». Ti apre il mensile Flair e segna col dito il box dedicato alla Varese del biologico ed eolico: «Non ho ragione?» Strana questa Valle che ti sorprende al di là delle regole e dei grafici.

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