Miracolo a Milano le tasse sono diminuite

Diminuire le tasse si può. Non è facile, non è agevole, necessita di capacità amministrative e anche di gestione politica oculata. Comunque si può; quello che è certo è che aumentarle è molto più facile che diminuirle. Milano è l'unico capoluogo di regione che nel 2007 ha diminuito il prelievo fiscale ai cittadini di un buon -4,2% rispetto al 2006. Tanto per intendersi le tasse locali significano: Ici (che tutti sanno bene cos'è), Tarsu (tassa sui rifiuti), Addizionale Irpef (tristemente nota) e, dulcis in fundo, addizionale comunale sull'energia elettrica (come se non bastassero le batoste dell'Enel). Sempre, tanto per intendersi, a Milano il totale per cittadino - in media - è di 470 euro l'anno. Certo, per una famiglia - diciamo non benestante - non sono pochi ma se la stessa famiglia vivesse a Roma ne pagherebbe 654 (con un aumento del +16,8% rispetto all'anno scorso). Il record degli aumenti spetta a Taranto con un buon +32,1% rispetto al 2006 e con 503 euro di media che ogni cittadino deve sborsare. Quando si dice la buona amministrazione. In natura la mano bucata è una patologia. Evidentemente, in politica, è tutto fisiologico. Il problema non è di coloro che hanno la mano bucata è dei cittadini che in quella mano, senza fondo, devono versare parte del loro reddito che, fino a prova del contrario, si sarebbero anche sudati. Intendiamoci: queste cifre a uno ricco gli fanno un baffo.

Queste stesse cifre ad un povero gli fanno barba e capelli. Quello che accade a Milano potrebbe accadere nel resto d'Italia. Ma non accade perché le tasse per alcuni politici sono un po' come le passioncelle segrete: nessuno le ammette ma tutti le praticano.

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