Misure anti smog: la politica decida, ma i cittadini mettano in pratica

Non muscoli, ma strategia: questa la mia ricetta per l'aria di Milano
Caro Lomartire, leggo su il Giornale il suo appello al coraggio dei politici milanesi per sconfiggere l'inquinamento dell'aria di Milano. E prontamente rispondo. La situazione della qualità dell'aria della città, a partire da metà degli anni Ottanta, è progressivamente migliorata per quanto concerne le polveri sottili (meno 50 per cento). Questo progresso è dovuto alla scomparsa dei grandi impianti industriali, all'innovazione tecnologica nella produzione degli autoveicoli e alla progressiva sostituzione delle vecchie caldaie a gasolio. Sono assessore all'Ambiente del Comune da sole quattro settimane, ma ho già ben chiare tre cose. La prima è che lo smog - da cui è afflitta la città in cui sono nato e in cui vivono, tossendo, i miei figli di 2 e 3 anni - è un problema complesso. L'aria di Milano è inquinata per una combinazione di fattori, che vanno dal trasporto su strada al riscaldamento degli edifici, dal trattamento dei rifiuti alla produzione dell'energia. Il tutto in un bacino climatico, la pianura padana, che rende praticamente impossibile la dispersione degli inquinanti. Questo significa che l'adozione di Ecopass ha sì prodotto effetti importanti in tema di riduzione degli accessi veicolari in città e in termini di turn-over del parco auto privato, ma non potrà mai da solo costituire la panacea per il mal d'aria che ammorba Milano. Per questo il Comune di Milano ha elaborato il Piano Clima. Si tratta di un documento strategico di programmazione che prevede un quadro unitario di tutte le politiche ambientali e di risparmio energetico, che verranno attuate dopo un'analisi approfondita e condivisa delle sue criticità e della sostenibilità economica delle varie misure previste. La seconda cosa di cui sono certo è che lo smog da traffico veicolare a Milano ha origini lontane. Le politiche immobiliari della città infatti, dal dopoguerra in poi, hanno fatto sì che tanta parte della popolazione si stabilisse nell'hinterland, generando quel pendolarismo automobilistico che oggi porta in città 700mila auto al giorno. Per queste ragioni occorre un percorso complesso, che va approfondito e condiviso non solo con la maggioranza e l'opposizione, ma anche, e soprattutto, con i cittadini.

Ecco quindi la terza cosa di cui mi sono convinto in questo primo mese di incarico: il problema è di Milano e riguarda tutti i milanesi, residenti e city users, che devono impegnarsi per risolverlo con un impegno solidale, fatto di comportamenti responsabili e sostenibili. Elaborare politiche di mitigazione degli inquinanti nell'aria è preciso compito delle istituzioni. Realizzarle è compito di tutta la comunità.
Assessore all'Ambiente
del Comune di Milano

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