
Stamani mi sveglio e trovo l’iPhone aggiornato al 18.4.1. Me ne ero dimenticato e penso: wow! Nuove icone, centro di controllo ripulito, widget più svegli ma soprattutto lei: Siri, con una nuova interfaccia. Moderna, elegante, sembra davvero un assistente del 2025, con i bordi dello schermo che si illuminano. Così inizio il test. Dico: “Ehi Siri, so che adesso sei più intelligente. Proviamo a fare una conversazione?”
Risposta: “Interessante domanda. Ecco cosa ho trovato sul web.” Fine dell’esperimento (in realtà ne ho fatti altri, con risultati uno peggio dell’altro). Ma cavolo, Apple aveva promesso che Siri avrebbe avuto una voce più naturale, più umana, anche perché con tutte le AI che ci sono sarebbe ora, invece hai l’impressione che abbia ridipinto un vecchio citofono: ora è lucido ma resta un citofono. Mi costa dirlo essendo io un Apple addicted, però con Siri sono rimasti fermi mentre tutto andava avanti.
Insomma, nel 2025 siamo pieni di assistenti intelligenti: ChatGPT, Gemini, Copilot, i quali capiscono il contesto, scrivono mail, riassumono riunioni, tengono il filo di un discorso. Siri no. Quando ci riesce, si appoggia proprio a ChatGPT (c’è un accordo con OpenAI, Apple Intelligence è rimasta un’idea), solo ogni tanto, per carità, solo quando Apple si fida abbastanza da farle uscire dal recinto della privacy (perché poi dovrei passare a ChatGPT attraverso Siri? Faccio prima a aprirla direttamente).
Risultato: un assistente che si blocca su tutto ciò che richiede anche solo un minimo di elaborazione, cioè tutto come prima (c’è anche un nuovo reparto per la grafica fermo alla creazione di nuovi emoji e nuovi avatar, anche quelli datatissimi).
Non si capisce chi si sia distratto alla Apple per così tanto tempo: l’iPhone ha chip spaziali, foto astronomiche, animazioni fluide e Siri invece è ancora lì, a chiederti “puoi ripetere?” come nel 2014. Apple aggiorna tutto, tranne la parte che dovrebbe parlarti e ascoltarti.
Anche la voce di Siri è sempre quella, con le sue pause, i suoi tempi sbagliati, quella che nel 2011 sembrava il futuro e oggi suona come un navigatore dimenticato in macchina.
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