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"Le autorità lo hanno protetto dallo scandalo": bufera sul principe Andrea

Nel libro-inchiesta "Holding the Line" sul caso Jeffrey Epstein, l'autore ex procuratore di New York ha accusato le autorità britanniche di ingerenza politica

"Le autorità lo hanno protetto dallo scandalo": bufera sul principe Andrea

A poche ore dall'incoronazione di re Carlo III, un nuovo scandalo scuote la famiglia reale. Dopo essere stato contestato in pubblico a Edimburgo, mentre seguiva il feretro della madre Elisabetta II, il principe Andrea è finito di nuovo al centro della polemica in seguito alla pubblicazione di un libro-verità sul caso Epstein.

Geoffrey Berman, ex procuratore di New York, avvocato e autore del libro inchiesta "Holding the Line" - uscito negli Stati Uniti pochi giorni fa - ha accusato il Regno Unito di ingerenza politica: "Le autorità britanniche hanno protetto il principe Andrea dai pubblici ministeri statunitensi che indagavano sulla sua relazione con il finanziere e molestatore sessuale Jeffrey Epstein", ha scritto Berman, il quale sostiene che i pubblici ministeri della Corte distrettuale di New York "erano ansiosi di parlare con Andrew della sua amicizia con Epstein e Ghislaine Maxwell".

Ma in realtà, nonostante le dichiarazioni rilasciate dal principe Andrea sulla sua massima disponibilità a collaborare per le indagini, il reale non si è mai fatto interrogare. "Continuava a dire pubblicamente che stava collaborando all'indagine su Epstein ma non era vero", riferisce l'ex procuratore come riportato dal Guardian, che ha messo sotto la lente di ingrandimento il contenuto del libro-inchiesta.

Geoffrey Berman sostiene di avere chiesto al suo staff di mettersi in contatto con il principe Andrea e i suoi avvocati nel novembre 2019, dopo la disastrosa intervista rilasciata dal duca alla BBC. "Hanno impiegato due settimane per scoprire chi fossero i suoi avvocati" si legge nel libro, che prosegue con il racconto del presunto ostruzionismo della royal family: "Abbiamo provato a chiamare Buckingham Palace e non sono stati utili. Abbiamo provato l'addetto del Dipartimento di Giustizia e il Dipartimento di Stato, senza fortuna. Quando finalmente siamo arrivati ai suoi legali ci sono state mail infinite, che non hanno portato a niente".

Neppure la richiesta M-Lat - meglio conosciuta come trattato di mutua assistenza legale - che avrebbe dovuto "costringere" il principe Andrea a rispondere alle domande ha dato i frutti sperati: "Tali richieste avevano funzionato sempre. Ma non con il principe Andrea. Non siamo assolutamente arrivati da nessuna parte. Lo stavano proteggendo? Presumo di sì". Nel 2020 i legali del figlio della Regina, però, rivelano di avere offerto collaborazione agli Stati Uniti, ma Berman parla di una dichiarazione scritta, che gli avvocati avrebbero voluto inviargli, rifiutata da lui stesso: "Non è così che facciamo le indagini, nemmeno per i reali britannici".

Geoffrey Berman, che nel 2020 è stato licenziato dal ruolo di procuratore, ha infine accusato l'allora consulente generale degli Stati Uniti William Barr, sostenendo che l'uomo aveva "visto il caso Epstein come un'utile pedina in un gioco politico con il governo britannico" per un altro caso che vedeva coinvolta la moglie di un diplomatico americano, che aveva avuto problemi nel Regno Unito per un incidente mortale.

In tutto questo, al centro del caso rimane il principe Andrea e il ruolo che ha avuto nel caso Epstein.

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