Berlino, perquisizioni nel rifugio di Amri ad Aprilia

Spunta l'ipotesi di una rete di appoggio dell'attentatore di Berlino in una frazione di Aprilia, in provincia di Latina, dove Amri soggiornò alcuni mesi nel 2015. Sequestrati due cellulari e documenti in arabo durante le perquisizioni di due appartamenti da parte della Digos

Berlino, perquisizioni nel rifugio di Amri ad Aprilia

Forse, la notte in cui è stato ucciso, nel conflitto a fuoco con due poliziotti a Sesto San Giovanni, Anis Amri si stava dirigendo a Roma. È questo il principale sospetto degli investigatori ed è questa l’ipotesi che sta prendendo piede dopo che ieri la Procura di Roma ha disposto la perquisizione di due appartamenti in una frazione di Aprilia, in provincia di Latina, dove Amri sarebbe stato ospitato per alcuni mesi nel 2015. Proprio in una villetta a Campo Verde, infatti, Amri avrebbe soggiornato per un periodo, ospitato da un connazionale, attualmente detenuto per spaccio nel penitenziario di Velletri. Dalle indagini è emerso, infatti, che lo scorso anno, Anis Amri soggiornò in entrambe le abitazioni, che risultano attualmente occupate, una dalla moglie italiana del detenuto tunisino che fu in contatto con l’attentatore di Berlino e la seconda dai parenti della donna.

L’ipotesi di una rete jihadista nell’Agro Pontino

Si fa strada quindi l’ipotesi dell’esistenza di una rete logistica e di appoggio su cui Amri poteva contare, proprio qui, nelle campagne dell’Agro Pontino, a poche decine di chilometri dalla capitale. È proprio questo quello che puntano a chiarire le indagini disposte dalla procura di Roma, nell’ambito delle quali, ieri, è stata ordinata la perquisizione dei due immobili nella frazione di Aprilia. L’eventualità che Amri potesse essere diretto a Campo Verde potrebbe essere confermata anche dalle immagini registrate dalle telecamere della stazione di Torino Porta Nuova, che hanno ripreso parte della fuga dell’attentatore. Le registrazioni, infatti, mostrano Amri che prima di acquistare alle macchinette automatiche il biglietto del treno regionale per Milano, ha consultato anche gli orari dei treni diretti a Roma. Inoltre, secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa, Amri, dopo il suo arrivo alla Stazione Centrale di Milano, si sarebbe diretto a piedi in piazza Argentina, dove avrebbe chiesto informazioni su come raggiungere proprio Roma o Napoli.

Sequestrati due cellulari

Nel corso delle perquisizioni effettuate nella giornata di ieri dalla Digos, sono stati sequestrati due telefoni cellulari. I dati contenuti all’interno dei due telefonini sono ora al vaglio degli inquirenti che stanno cercando di capire se l’attentatore di Berlino abbia contattato questi dispositivi prima o dopo la strage al mercatino di Natale, o durante la sua fuga. Negli appartamenti gli uomini della Digos hanno sequestrato anche appunti e fogli scritti in arabo, anch’essi al vaglio degli inquirenti. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, una testimonianza chiave, inoltre, potrebbe essere fornita dall’amico e connazionale di Amri, che ospitò il jihadista appena uscito dal carcere e che attualmente è detenuto a Velletri.

“Nessuna rete di Amri in Italia”

Intanto il premier italiano, Paolo Gentiloni, incontrando stamane alla Camera i giornalisti nella conferenza stampa di fine anno, ha detto che “non risultano particolari reti che Amri avesse in Italia”, escludendo così l’ipotesi dell’esistenza di una rete di appoggio del terrorista nel nostro Paese.

“Risulta comunque che due poliziotti italiani, reagendo a un suo colpo di posta, hanno individuato il terrorista che aveva colpito in Germania. Ogni tanto riconosciamo i meriti delle nostre istituzioni, senza nessun compiacimento con quello che è accaduto", ha commentato, quindi, il premier.

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