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Francia, troppi immigrati: anche Sarkozy pensa di togliere lo ius soli

Mentre la sinistra al governo fa i respingimenti, la destra moderata vuole rendere più difficile l'ottenimento della cittadinanza. Una vittoria per la Le Pen e un avvertimento per l'Europa

Francia, troppi immigrati: anche Sarkozy pensa di togliere lo ius soli

L'Europa è avvertita: la Francia con gli immigrati accoglie a parole e respinge nei fatti. Sarà colpa degli ultimi attentati terroristici, sarà colpa della morte dei vignettisti di Charlie Hebdoe, sarà che i cittadini sono esausti e spaventati di fronte all'immigrazione incontrollata. Ormai la Francia si prepara a chiudere le porte del suolo patrio a quelli che non hanno la cittadinanza francese. E anche a chi aspira ad averla.

Sono notizie di questi giorni i respingimenti a Ventimiglia che la polizia francese sta facendo nei confronti dei migranti che dall'Italia vorrebbero raggiungere le loro famiglie in Francia e negli altri paesi del Nord Europa. Al governo c'è Hollande, che da buon socialista difende a parole i diritti dei migranti e poi però fa l'esatto contrario. Ma anche la destra, guidata da Nicolas Sarkozy, sta ripensando il suo programma in tema di immigrazione. Anzi, sta per affrontare una svolta storica nel panorama politico della Repubblica francese: l'ex inquilino dell'Eliseo, infatti, ha dato il suo benestare ad una discussione interna ai "Repubblicani" per rivedere la politica dello Ius Soli.

In Francia la destra moderata (che una volta si chiamava UMP ed ora si fregia del nome di Repubblicani), è sempre stata favorevole all'applicazione del "diritto di suolo", ovvero a quella legge che permette ai bambini nati da immigrati di ottenere automaticamente la cittadinanza al compimento del 18esimo anno di età, se hanno soggiornato nel Paese per almeno 5 anni. Un sistema molto permissivo rispetto a quello italiano dello Ius sanguinis, che ha resisitito (al momento) alle inistenti richieste di abbattimento del Pd di Cecile Kyenge. Ora invece a Parigi si comincia seriamente a riflettere sulla necessità di un blocco dei flussi migratori.

Sarkozy, infatti, in un incontro di sabato 13 giugno con i nuovi aderenti al suo movimento, ha detto che è legittimo "porsi la questone di mettere in discussione lo Ius Soli". E nell'occasione ha anche promesso di consultare i militanti dei Repubblicani con un referendum interno entro il 2016. Occorre considerare che l'ex premier è in piena campagna elettorale per le primarie, ma anche gli altri candidati alla leadership del centrodestra (Bruno Le Maire, Francois Fillon e Alain Juppé), pur difendendo il 'diritto di suolo' in linea di principio, riconoscono la necessità di aumentare le quote e i limiti all'immigrazione.

Occorre contestializzare: la destra moderata in Francia su alcuni temi, come quello dello Ius Soli, è sempre stata ben attenta a non cedere alle propose del Front National della famiglia Le Pen. Per questo le parole di Sarkò suonano come una rivoluzione ("Lo Ius Soli è la Francia", aveva detto Sarkozy nel 2012): è come se una parte del Pd di Renzi aprisse ad una tale ipotesi. Le cose ora sembrano cambiare. La proposta è stata formulata dal braccio destro di Sarkò, Eric Ciotti: limitare lo Ius Soli solo ai cittadini europei, negandolo a quelli extracomunitari. "La cittadinanza francese - ha detto - non può essere acquisita per caso: bisogna manifestare la volontà di diventare francesi".

La scelta di Sarkozy dimostra due cose: la prima, che le proposte del Front National sono evidentemente in linea con i desideri dell'elettorato e, dunque, i Repubblicani stanno correndo ai ripari; la seconda, il fatto che la Francia sia ormai pronta a chiudere le proprie frontiere, fisiche e giuridiche. Lo stanno facendo contemporaneamente Hollande (con i respingimenti) e Sarkozy (con il dibattito sullo Ius Soli).

Tra loro festeggia la Le Pen, che rivendica a ragione entrambe le soluzioni come proposte originarie del FN.

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