"Guerra di posizione". Putin passa alla tattica del macellaio di Aleppo

La nuova tattica russa sul conflitto in Ucraina ha precise motivazioni

"Guerra di posizione". Putin passa alla tattica del macellaio di Aleppo

Mentre arrivano di gran carriera gli aiuti occidentali all'esercito di Zelensky, i russi di Putin ancora "nicchiano", cioé esitano. In che senso? Non c'è premura di conquistare il Donbass, tant'é che i soldati russi ancora insistono a Mariupol dove bombardano incessantemente acciaieria e ospedale nonostante l'ordine dello Zar di cessare il fuoco in quell'area. Il motivo lo spiega a ItaliaOggi Domenico Cacopardo, magistrato, scrittore e conduttore in radio, spiegando come sia cambiata la tattica russa con l'entrata in scena di Aleksandr Dvornikov, detto "il macellaio" per le azioni compiute in Siria e Cecenia.

La "tattica" del "macellaio"

"Sarebbe un errore ritenere che il conflitto stia assumendo i caratteri di 'guerra di posizione'", spiega Cacopardo. Il nuovo comandante, infatti, ha deciso di avanzare molto lentamente perché "si guarda le spalle, 'ripulendo' il terreno conquistato". Ecco perché il conflitto in Donbass c'è ma non è ancora entrato nel vivo. Dvornikov cerca di lasciare dietro di sè più morti ucraini possibili, decimare l'esercito, essere sicuro di aver fatto tabula rasa per poi concentrare tutte le proprie forze sull'ultimo obiettivo dichiarato da Putin, quello che gli farebbe gridare alla vittoria. E poi, gli enormi aiuti americani e inglesi in arrivo dimostrano che, come abbiamo visto sul Giornale.it, la guerra è tutt'altro che vicina alla sua conclusione e "occorre far fronte a un grande logoramento dei mezzi impiegati che per mantenere le capacità belliche vanno rinnovati e integrati", spiega lo scrittore.

Qual è lo "scopo del lavoro"

A questo punto gli intenti sono chiari: non c'è più in ballo soltanto la salvezza del popolo ucraino e la liberazione da Putin ma bisogna batterlo. "Il despota moscovita, dal canto suo, abbandonata ogni idea di blitz, deve acconciarsi a tempi lunghi ed è coerente con questa prospettiva la scelta di Dvornikov", sottolinea Cacopardo. Il 9 maggio avrà luogo la parata militare a Mosca e lo Zar potrebbe ancora rimanere con un pugno di mosche in mano se non ottiene quanto prima qualche risultato che sia un minimo soddisfacente. I raid che gli ucraini fanno oltre confine stanno incidendo "direttamente sull'immagine dello Zar di Mosca, delegittimandolo al livello di un qualsiasi politico, le cui promesse e i cui impegni sono solo parole".

Cosa deve evitare Putin

Il pensiero dello scrittore-magistrato italiano è che la Russia sia sull'orlo di una sconfitta importante e che anche un'eventuale vittoria potrebbe condurre il presidente russo "allo sfacelo e alla perdita di se stesso". Cacopardo indica nelle minacce a una guerra nucleare e all'eventuale escalation bellica in Moldavia e Transinistria questo discorso. "È per queste ragioni che Biden ha picchiato proprio su Putin chiamandolo criminale e, in qualche modo, distinguendolo da una realtà sociale che pur tipica ha assorbito diversi cruciali elementi della convivenza occidentale".

La "follia" di Putin è causata da tutti gli esponenti che gli dicono sempre di sì, quasi come fosse avvolto in una realtà parallela e "intrinsecamente pericoloso a sé e agli altri - conclude - Mantenere i nervi freddi e esercitare la ragione è la necessità più complessa delle prossime settimane. Codardia e ottusità ne sono l'antitesi più grave".

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