Dopo l'energia, il grano. La Russia è pronta a giocare un nuovo jolly nel braccio di ferro intrapreso con l'Europa. Se in un primo momento Mosca ha attivato la leva energetica, lasciando intendere di essere pronta a chiudere i rubinetti dei suoi gasdotti a meno di un ritiro delle sanzioni, adesso Vladimir Putin sta accarezzando l'idea di imporre restrizioni sull'esportazione di grano e sementi ucraini verso il Vecchio Continente.
La mossa di Putin
Alla riunione plenaria del Forum Economico Orientale, Putin ha fatto sapere di esser pronto a limitare l'esportazione di grano dall'Ucraina all'Europa. Il presidente russo ha inoltre aggiunto che ne discuterà presto con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan. "Forse dovremmo pensare a limitare l'esportazione di grano e altri generi alimentari lungo questa rotta (dall'Ucraina all'Europa, ndr). Mi consulterò sicuramente con il presidente turco Erdogan su questo argomento", ha dichiarato il capo del Cremlino. "Dopotutto siamo stati noi a elaborare il meccanismo esportazione di grano ucraino", ha aggiunto Putin, citato dalla Tass.
Da dove nasce l'idea della Russia? Putin ha spiegato così la questione: "Escludendo la Turchia come mediatore, praticamente tutto il grano che lascia l'Ucraina non va nei Paesi più poveri, ma in Europa. Solo 2 navi su 87 vanno nei Paesi in via di sviluppo, 60mila tonnellate su 2 milioni", ha sottolineato durante la sessione parlamentare del forum a Vladivostok. Il leader russo ha quindi riflettuto sull'ipotesi di limitare le destinazioni di esportazioni di cereali e altri alimenti lungo questa rotta.
Resta da capire che cosa penserà Erdogan della proposta di Putin. Ricordiamo che l'ultima analisi del presidente turco sul futuro europeo non è apparsa troppo confortante. "L'Europa affronterà grandi sfide per il gas naturale durante l'inverno ma noi non abbiamo alcun problema", ha tuonato in un conferenza stampa trasmessa dalla Tv di Stato Trt. Le sanzioni contro la Russia hanno spinto "Putin ad agire in questo modo, sta utilizzando ovviamente tutti suoi mezzi e le sue armi, e una delle sue carte più importanti è il gas naturale", ha concluso Erdogan.
Bluff o jolly?
Secondo Ria Novosti, Putin ed Erdogan potrebbero discutere di un accordo alimentare a margine del vertice SCO a Samarcanda dal 15 al 16 settembre. L'Ucraina sostiene invece che non ci sono motivi per rivedere l'accordo sul grano nel Mar Nero. Lo ha detto il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, sollecitato dall'agenzia Reuters. Podolyak ha definito le parole di Putin come "inattese" e "infondate".
Certo è che nel suo intervento Putin ha inoltre affermato che il pianeta rischia una catastrofe umanitaria senza precedenti perchè l'Occidente esporta la maggior parte del grano ucraino nei propri Stati e non nei Paesi bisognosi dell'Africa. Il presidente russo ha sottolineato anche che molti Paesi europei, nei decenni e nei secoli precedenti, "hanno agito come colonizzatori, ora continuano ad agire allo stesso modo".
Il 22 luglio scorso a Istanbul sono stati firmati due documenti distinti: uno sulle esportazioni del grano ucraino e un altro sull'esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti russi.
Gli accordi, uno con la firma dell'Ucraina e l'altro con la Russia, sono stati raggiunti con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite e hanno stabilito un corridoio nel Mar Nero per consentire l'esportazione di generi alimentari. A quanto pare, almeno stando alle parole di Putin, la Russia sarebbe pronta a fare retromarcia. Si tratta soltanto di un bluff o Mosca intende davvero rivedere il patto sul grano?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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