"Gli inglesi? Sono stupidi. Abbiamo bisogno dell'intelligenza degli immigrati". Il fatto che l’elettorato britannico abbia deciso di salutare l’Unione Europea rappresenta una sconfitta che brucia ancora moltissimo alle élites legate a Bruxelles. E dal momento che la vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane ha finito per rafforzare in maniera esponenziale il ruolo di Nigel Farage, suo consulente prima e al momento interlocutore privilegiato in Europa del presidente eletto, la rabbia dell'europeismo oltre Manica si fa sempre più scomposta.
Più che un passo falso, sembra l’ennesima dichiarazione di guerra al voto popolare quella di Lord John Kerr, pari d’Inghilterra, già ambasciatore negli Stati Uniti e rappresentante del Regno Unito all’Unione Europea. Kerr, in un evento pubblico, se n’è uscito con una frase che ha raggelato tutti, amici e nemici: “Noi inglesi siamo crudelmente stupidi, solo l’immigrazione potrebbe rimettere la nostra nazione sui binari giusti”. E adesso un deputato euroscettico e conservatore vuole trascinarlo davanti a un tribunale per razzismo anti-britannico.
La posizione dell'ex diplomatico che oggi siede alla Camera Alta del parlamento britannico ha scatenato un putiferio. Kerr ha spiegato che secondo lui “il Regno Unito ha bisogno di accettare e accogliere l’influsso positivo dell’intelligenza dei migranti che riporterà la Gran Bretagna sulla retta via”. Perché, secondo il Pari d’Inghilterra, la Gran Bretagna ha smarrito la strada giusta dato che "è stato grazie allo sdoganamento del razzismo e della xenofobia di Farage che gli euroscettici hanno visto coronata di successo la loro violenta campagna per il Leave”.
Ha poi aggiunto: “Per come la vedo io, l’immigrazione è qualcosa che non può far altro che bene e che consente al Paese di correre, di progredire. Noi britannici ‘nativi’ siamo davvero stupidi e perciò abbiamo un disperato bisogno che intelligenze giovani di altri popoli vengano qui a svegliarci dal nostro torpore, di tanto in tanto”.
Ad ascoltarlo c’era pure il parlamentare conservatore Peter Lilley, euroscettico che s’è alzato e se n’è andato “disgustato” dalla parole di Kerr. Come riporta il Mail, Lilley sta pensando di denunciare Kerr per istigazione all’odio razziale nei confronti degli inglesi.
Kerr era già finito nell’occhio del ciclone perché, giusto un mese fa, s’era voluto concedere una speranza, cercando di riaprire i giochi che il voto di giugno avrebbe dovuto chiudere una volta e per tutte: “La Brexit non è un processo irreversibile nè irrevocabile”.
La sua posizione aveva fatto infuriare le forze euroscettiche che hanno ravvisato in quest’atteggiamento una sorta di elusione dei voto popolare. Era stato proprio Farage ad avvisarli: “Se la Brexit verrà tradita, la gente scenderà in piazza”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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