Guerra in Ucraina

"È morto?". Oltre 40 mila chiamate al centralino che dà notizie sui caduti

Il Cremlino tace sul numero dei propri caduti in guerra. Dalla Russia, oltre 40mila chiamate al centralino ucraino che fornisce informazioni sui cadaveri abbandonati dallo Zar

"È morto?". Il centralino ucraino dà notizie sui caduti russi abbandonati

I centralini sono intasati di telefonate ogni giorno. La chiamate dalla Russia si susseguono senza sosta. Attaccati alla cornetta ci sono madri, sorelle, padri, nonni. Parenti in ansia da mesi. Cercano disperatamente notizie sui loro figli, sui loro nipoti o mariti spediti in Ucraina da Putin, dei quali non hanno più notizie. L'hotline istituita da un'organizzazione non governativa ucraina sembra essere la loro ultima speranza per avere informazioni su quei cari mandati a combattere contro Kiev. In oltre tre mesi di guerra, allo sportello telefonico sono arrivate circa 40mila telefonate, un numero che stride con il silenzio di Mosca sui caduti in terra ucraina.

Il "numero verde" aperto dall'organizzazione guidata da Viktoria Azarova - racconta ll Corriere - è stato diffuso in Russia, senza chiedere il permesso al governo di Mosca, che di certo non avrebbe assecondato l'operazione. Attraverso i social network del Paese, la possibilità di chiedere notizie sull'eventuale ritrovamento senza vita dei propri congiunti al fronte ha preso facilmente piede. Per molte famiglie russe quel numero, analogo a quello istituito dal ministero dell'Interno ucraino, è l'unico modo per tentare di ricevere una notizia, pur drammatica che sia, sul parente andato a combattere per Putin. Diversamente, ciò che accade sul terreno di guerra è avvolto dal silenzio e dalla propaganda, che offre la propria versione monocorde e tace sulle perdite per mano nemica.

Secondo i più recenti dati forniti dalle forze ucraine, i soldati russi morti dal 24 febbraio (giorno di avvio delle ostilità) a oggi sarebbero oltre 30mila. Secondo Mosca, non più di 2mila. Una discrepanza che rende perfettamente l'idea della confusione informativa alzatasi attorno ai caduti. La verità probabilmente sta nel mezzo e poi ci sono i fatti. È un fatto, ad esempio, che alle porte di Kiev ci siano vagoni frigo che contengono centinaia di cadaveri russi, chiusi in ermetici sacchi bianchi e abbandonati là. Spesso senza un nome. La Russia - denuncia Kiev - "non li richiede indietro per evitare il panico e per evitare regolamenti di conti" interni.

Spesso quei corpi sono stati ritrovati senza telefoni cellulari e senza le mostrine dell'esercito, tolte con ogni probabilità durante la ritirata. Con l’aiuto di una squadra di esperti francesi - racconta Il Corriere - a Kiev è iniziata un'opera di prelievo e di classificazione del dna di quelle salme, in modo che ciascuna possa essere riconosciuta alla presentazione di campioni di tessuto proprio o dei familiari.

L'Ucraina vorrebbe restituire quei cadaveri alle famiglie per una degna sepoltura: gesto di umanità ma anche di propaganda, utile certo ad alimentare lo scontento nei confronti della gestione russa del conflitto.

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