Niente Kiev per Biden: "Viaggio troppo rischioso". In volo missili, tank e droni

Al posto del presidente andranno Austin o Blinken. In arrivo artiglieria anti-carro, elicotteri e blindati. Protesta del Cremlino: conseguenze imprevedibili

Niente Kiev per Biden: "Viaggio troppo rischioso". In volo missili, tank e droni

New York. Joe Biden non andrà a Kiev. La Casa Bianca torna a correggere le affermazioni del comandante in capo e fa sapere senza giri di parole: «Non manderemo il presidente in Ucraina». La portavoce Jen Psaki ha messo un punto alle speculazioni dopo che lui stesso aveva detto ai giornalisti di essere pronto ad andare di persona. «È pronto a tutto, ha una passione per le macchine sportive e per gli occhiali da sole aviator, è pronto ad andare in Ucraina, ma non ce lo manderemo», ha detto Psaki al podcast Pod Save America. Il premier britannico Boris Johnson ha fatto un «viaggio di otto ore in treno attraversando una zona in guerra, l'America dovrebbe essere sollevata che il presidente non compirà un viaggio così a rischio», ha proseguito, sottolineando: «Abbiamo bisogno di lui per tante cose». È confermato, invece, l'invio a Kiev di una figura di alto livello, come il ministro della Difesa Lloyd Austin o il segretario di stato Antony Blinken. Il titolare della diplomazia Usa però ha già in programma una visita a Panama il 19 e 20 aprile, quindi la missione dovrebbe avvenire o nei prossimi due giorni o al suo ritorno. Intanto il primo volo con le nuove armi americane destinate all'Ucraina arriverà nella regione nelle prossime ore, come confermato da fonti della Difesa alla Cnn. Non è chiaro invece dove arriveranno di preciso le armi e quali faranno parte di questo primo invio. Biden ha approvato l'invio di ulteriori dispositivi per altri 800 milioni di dollari, inclusi elicotteri Mi-17 e Howitzer da 155 mm. Si tratta di un importante aggiornamento nell'artiglieria a lungo raggio per adattarsi ai sistemi russi: droni per la difesa costiera e veicoli corazzati, nonché armi antiaeree e anticarro portatili aggiuntive e milioni di munizioni.
Una mossa che ha spinto Mosca questa settimana ad avvertire Washington con una nota diplomatica formale che le spedizioni da Usa e Nato di sistemi di armamenti «più sensibili» all'Ucraina stanno «alimentando» il conflitto e potrebbero portare a «conseguenze imprevedibili». «Avevamo avvertito la Russia che se avessero invaso l'Ucraina la risposta sarebbe stata senza precedenti. Come dice Biden, le grandi nazioni non bluffano», è stata la replica del portavoce del dipartimento di Stato a proposito della nota inviata da Mosca. Secondo fonti dell'amministrazione, intanto, Blinken avrebbe avvertito gli alleati dell'Ue che la guerra potrebbe prolungarsi per tutto il resto dell'anno. Il segretario di stato «ha discusso coi partner europei la preoccupazione degli Stati Uniti che il conflitto potrebbe prolungarsi, ma tutto il suo impegno in questo momento è concentrato sul modo per fermarlo il più rapidamente possibile», si è limitata a commentare Foggy Bottom.
Quanto alla valutazione della situazione sul campo, da una parte il Pentagono considera l'affondamento dell'ammiraglia russa un «duro colpo» per le forze di Vladimir Putin, ma dall'altra preoccupa l'assedio di Mariupol. Secondo fonti della Difesa americana, i russi stanno avanzando e la città si trova in una posizione «terribile».
Nuove accuse agli Usa arrivano intanto da Pechino: la Cina ha accusato Washington di diffamazione e di voler provocare uno scontro, dopo le dichiarazioni del direttore della Cia William Burns, secondo cui Pechino intende rimpiazzare gli Stati Uniti come «potenza preminente» nell'Indo-Pacifico ed è un «partner silente» di Mosca nell'invasione dell'Ucraina.

«Gli Stati Uniti hanno diffamato la Cina e provocato lo scontro per sfruttare le opportunità», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, invitando ancora una volta l'America a «riflettere sulle responsabilità nella crisi in Ucraina», oltre a ribadire che lo sviluppo della Cina «è solo per il suo popolo: non siamo interessati a chi sostituisce chi».

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