"Migrare non sia un delitto". Il Papa bacchetta l'Europa: "Costruisci ponti e abbatti muri"

Il pontefice riceve il premio Carlo Magno: "L'Europa è come una nonna, vecchia e sterile". E chiede di ritrovare la solidarietà: "Costruite ponti e abbattete muri". L'applauso dei vertici Ue: "Ci ricorda il dovere di mantenere pace"

"Migrare non sia un delitto". Il Papa bacchetta l'Europa: "Costruisci ponti e abbatti muri"

Papa Francesco dà la sveglia a "un'Europa stanca e invecchiata, non fertile e vitale, dove i grandi ideali che hanno ispirato l'Europa sembrano aver perso forza attrattiva". Ricevendo il prestigioso Premio Carlo Magno, conferitogli dalla città di Aquisgrana, ha invitato i leader europei a ritrovare il progetto di solidarietà. "Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell'uomo, della democrazia e della libertà?", si è domandato ad alta voce Bergoglio esortando ad "aggiornare l'idea di Europa" affinché torni ad essere "capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare".

"Il Santo Padre ci ricorda, come ammonitore e mediatore, che in Europa abbiamo il compito e il dovere - sulla scorta degli ideali dei padri fondatori - di dare concreta realizzazione ai principi di pace e libertà, diritto e democrazia, solidarietà e salvaguardia del Creato". Tocca a Jurgen Linden, presidente del comitato direttivo dell'associazione per l'assegnazione del Premio internazionale Carlo Magno 2016, illustrare le motivazioni del conferimento del premio a papa Francesco. Nella sala Regia del Palazzo Apostolico vaticano, i vertici dell'Unione europea riconoscono così a Bergoglio lo "straordinario impegno a favore della pace, della comprensione e della misericordia in una società europea di valori". "In Europa oggi rischiamo di dissipare questa eredità di integrazione", lamenta il presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz, denunciando l'esplosione "degli egoismi nazionali, della rinazionalizzazione e del particolarismo" e accusando "i populisti" di far sgretolare l'Europa con "muri e recinzioni". E, proprio nel solco di questo spirito, Bergoglio ha deciso di accettare un premio personale. Non lo aveva mai fatto, nemmeno da arcivescovo di Buenos Aires.

L'intero discorso del Santo Padre è improntato sulla solidarietà e l'accoglienza. Un appello generalizzato a "costruire ponti e abbattere muri". "Sogno un'Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito a un maggior impegno con la dignità di tutto l'essere umano - ha detto - sogno un'Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perchè non ha più nulla e chiede riparo". Il Pontefice ha scelto la formula utilizzata da Martin Luther King I have a dream per indicare gli obiettivi che ritiene dignitosi e doverosi per l'Unione Europea. L'auspicio per l'Unione europea è che "i progetti dei padri fondatori, araldi della pace e profeti dell'avvenire, non sono superati: ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri".

Dopo aver parlato di accoglienza agli immigrati, papa Francesco ha reclamato un'impegno particolare perché sia garantito a tutti i giovani "l'accesso alla terra, al tetto per mezzo del lavoro". "Come possiamo farli partecipi di questa costruzione - si è chiesto ad alta voce - quando li priviamo di lavori degni che permettano loro di svilupparsi per mezzo delle loro mani, della loro intelligenza e delle loro energie? Come pretendiamo di riconoscere a essi il valore di protagonisti, quando gli indici di disoccupazione e sottoccupazione di milioni di giovani europei sono in aumento?".

Nel discorso pronunciato davanti ai più potenti leader del Vecchio Continente, come il premier Matteo Renzi, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il re di Spegna Felipe IV e i tre presidenti europei Martin Schulz, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, ma anche il governatore della Bce Mario Draghi, Bergoglio ha quindi ammonito che, "se vogliamo un futuro di pace per le nostre società", potremo raggiungerlo solamente garantendo un "lavoro dignitoso, libero, creativo, partecipativo e solidale" a tutti.

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