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Siria, Mosca: "Continuiamo a sostenere Assad"

Il Cremlino respinge le accuse dell'Occidente ad Assad sul presunto attacco chimico nella provincia di Idlib e non accetta la bozza di risoluzione dell'Onu: "Porteremo i nostri dati al Consiglio di Sicurezza". L'Oms: "Possibile utilizzo gas nervino"

Siria, Mosca: "Continuiamo a sostenere Assad"

"La Russia e le sue forze armate continueranno le operazioni per sostenere le azioni anti-terrorismo per liberare il paese, condotte dalle forze armate della Repubblica Araba Siriana". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ribadendo il sostegno di Mosca al presidente siriano Bashar al Assad, dopo che il ministero della Difesa russo è intervenuto sulla vicenda del presunto attacco con agenti chimici nel governatorato di Idlib, chiarendo come l’aviazione siriana avrebbe, in realtà, colpito un deposito di armi e munizioni dei ribelli, contenente agenti tossici.

La Russia contro la bozza di risoluzione

Ora Mosca potrebbe bloccare la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza, proposta da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, già definita “inaccettabile” dal ministero degli Esteri russo. Il documento, secondo quanto riferisce l’Ansa, che ha avuto copia della bozza della risoluzione, “condanna” l’attacco chimico a Khan Shaykhun e obbliga il presidente siriano Bashar al Assad a “cooperare con il meccanismo di inchiesta” delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (Opac). Secondo quanto riferisce l’agenzia russa Tass, la bozza prevede che il governo siriano fornisca i dati sui piani di volo e tutte le altre informazioni relative alle operazioni aeree alle due commissioni di inchiesta, compreso l’accesso immediato alle basi aeree dalle quali sarebbero stati lanciati gli attacchi chimici.

Mosca è pronta a presentare i "dati"

"La Russia, come minimo, presenterà e argomenterà i dati che sono stati resi noti dal nostro ministero della Difesa" al Consiglio di Sicurezza, ha affermato quindi il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulla volontà della Russia di bloccare con il proprio veto la bozza di risoluzione proposta dai tre membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Le accuse occidentali all’esercito siriano erano state definite “provocatorie” dal ministero degli Esteri di Mosca, che si conferma, dunque, il principale alleato di Assad. La ricostruzione dei fatti fornita dal ministero della Difesa di Mosca, che ha accusato l’opposizione armata siriana di essere in possesso di un arsenale chimico, che sarebbe stato colpito ieri, secondo i russi, da un raid dell’aviazione di Damasco, è stata bollata però come una “menzogna” dai ribelli siriani. "Qualcuno sostiene che gli attacchi abbiano colpito un deposito di armi: è una menzogna", ha affermato Abdul Hakim Bashar, numero due della Coalizione nazionale siriana, da Istanbul.

L'Oms: "Possibile utilizzo di gas nervino"

Intanto, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), a provocare la morte di almeno 72 civili, tra cui molti bambini, nel raid a Khan Shaykhun, potrebbe essere stato gas Sarin. Le vittime, secondo l’Oms, hanno riportato, infatti, i sintomi tipici dell’esposizione al gas nervino. La “crisi respiratoria acuta” è stata la “principale causa dei decessi" e l'assenza di ferite su molti dei cadaveri lascia pensare che le vittime siano morte per l’esposizione ad agenti chimici, incluso il gas nervino, ha sostenuto l'organizzazione in un comunicato.

Alla stessa conclusione è giunto anche il ministero della Sanità turco, dopo che, ieri, negli ospedali turchi al confine con la Siria, sono state curate circa 30 persone coinvolte nel raid.

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