Guerra in Ucraina

“La smentita del mio scoop? Ridicola. Ecco cosa so davvero su Putin

La malattia, il tentativo di golpe, la lotta per la leadership del Cremlino. Cosa c’è di vero nelle soffiate degli 007 e perché ogni svolta nella guerra dipende dallo zar

Il presidente della Russia Vladimir Putin Esclusiva
Il presidente della Russia Vladimir Putin

Malato terminale, sfuggito a un attentato del suo cerchio magico, paranoico e isolato da tutti. Secondo fonti di primo livello dell’intelligence americana, Vladimir Putin avrebbe le ore contate. Verità o ennesima fake news buona per media e propaganda? “Quello che conta - ci dice William M. Arkin, il giornalista di Newsweek autore dello scoop su Putin - è che la guerra in Ucraina abbia avuto un impatto sull'élite al comando. I diplomatici e gli oligarchi hanno cominciato a parlare e i russi sembrano più aperti a negoziare e persino a un incontro tra Putin e Zelensky". E anche a Washington stanno attenti a "non provocare Mosca". Un cambio di rotta importante. "Ora dipende da Putin, da cosa vuole lui, da cosa vuole per la Russia”.

Come fa ad essere sicuro che le sue fonti dicano la verità?
“Mi fido delle mie fonti. In tre mesi di guerra le loro informazioni si sono sempre dimostrate attendibili. Poi, preferisco attenermi ai fatti piuttosto che credere alla posizione ufficiale degli Stati Uniti o della Russia. Putin è palesemente meno in salute di prima: isolato, paranoico riguardo al contatto con gli altri, rigido e gonfio. Dalla rivelazione dei massacri di Bucha fino a dopo la parata del "Giorno della Vittoria" del 9 maggio (circa un mese), Putin è scomparso dalla scena pubblica. Ed è stato il momento in cui i negoziati e i contatti con i leader stranieri si sono interrotti”.

Quindi Putin sta morendo?
“I rapporti dei servizi segreti possono solo dire ciò che sanno in base a diversi livelli di attendibilità: forse questo, forse quello. E poi c'è ciò che sa solo l'intelligence di primissimo piano: approfondimenti sulla salute di Putin e sullo stato della sua leadership, provenienti da fonti così sensibili che le informazioni filtrate arrivano solo al presidente Biden e ai suoi massimi consiglieri. Ci sono dei veri e propri analisti che seguono da vicino Putin, la sua salute e la sua psicologia. E le mie fonti hanno letto molti dei loro rapporti”.

Il National Security Council però ha smentito le sue fonti?
“Mi è già capitato che la Casa Bianca e la comunità dell'intelligence smentissero le mie inchieste. In questo caso stanno dicendo che le valutazioni che ho pubblicato non sono state redatte e che non sono state consegnate al presidente Biden notizie sulla salute di Putin. Quando, invece, ci sono analisti con il solo compito di monitorare lo zar. Entrambe le smentite sono ridicole. Ma le prendo come se dicessero che ho riferito che il rapporto su Putin ha 72 pagine e invece ne ha 71. In pratica, la loro non è una dichiarazione in merito alla sostanza del rapporto”.

E se l’attentato e la malattia di Putin fossero fake news diffuse dai servizi segreti russi per fuorviarci, come con Saddam o Bin Laden?
“Oggi se qualcuno rivela qualcosa di scomodo viene considerato automaticamente una fake news. Ma allora dovrebbe valere anche per i governi, che giocano alle fughe di notizie controllate quando qualcosa gli va bene e alle smentite ufficiali quando non gli va bene. I media possono anche svolgere un ruolo nella creazione o nell'amplificazione di determinati aspetti, ma la realtà è che nessuno ha la prospettiva perfetta sulla verità. Sono in contatto con le mie fonti da anni, francamente mi fido più di loro che dei portavoce ufficiali. E preferisco i fatti: o Putin è malato o non lo è. Si è verificato un tentativo di ucciderlo o non è successo”.

Ma il tentativo è fallito. Perché e chi è stato?
“Non so molto di più di quello che ho riferito, che conferma quanto affermato dall’intelligence ucraina sul tentato omicidio di Putin. Questo è sicuramente intrigante. Ma il punto centrale della storia è che c'è una lotta per il potere, che la guerra in Ucraina ha avuto un impatto tale sull'élite di comando a Mosca che i diplomatici e gli oligarchi russi stanno cominciando a parlare. Questi sono i fatti”.

Allora la leadership dello zar ha le ore contate?
“Quello che conta non è l’uscita di scena di Putin, ma se gli Stati Uniti (e la Nato) sono pronti a questa possibilità. L’intelligence non è sempre perfetta o affidabile. E sappiamo dalla nostra esperienza con Saddam Hussein che l’aspirazione di essere accolti come liberatori può spesso portare a decisioni avventate. Siamo già in un disastro. E qualsiasi cosa accadrà a Vladimir Putin ne provocherebbe un altro. Non sono certo che la fine di Putin avrebbe un impatto positivo. Per dirlo, prima serve sapere di più sull’élite al potere al Cremlino, sulla posizione dei vertici dell’esercito russo, sul reale impatto delle sanzioni e sulle prossime mosse di Mosca”.

Due importanti media americani hanno rivelato di un ruolo dell’intelligence usa nell’affondamento della Moskva e nell’uccisione di alcuni generali russi. È vero? Qual è il rapporto tra gli 007 americani e i servizi segreti di Kiev?
“Gli Stati Uniti (e la Nato) stanno aiutando l'Ucraina con informazioni di intelligence, ma non dovremmo essere così supponenti da pensare di sapere qualcosa che Kiev non sa. Combattono la Russia dal 2014, sono vicini, è il loro territorio e sono pur sempre ex membri dell'Unione Sovietica. La storia della Moskva è molto simile a quella sulla salute di Putin: Washington ha negato di aver passato a Kiev "dati specifici" per individuare l’obiettivo, ma non significa che non fornisca dati all'Ucraina. C’è però un elemento chiave che è molto diverso dalla notizie su Putin: l'intelligence statunitense ha qualcosa da guadagnare dal diffondere la narrativa che la ‘povera Ucraina’ ha affondato la nave russa solo con l'aiuto del ‘fratello maggiore’. Questo perché, quando la guerra sarà finita, verranno valutate le prestazioni delle varie agenzie di intelligence operative in Ucraina”.

Questo spiega anche l’interesse dei servizi per tutte le informazioni diffuse sullo stato di Putin.
“Esatto. Se lo zar morisse e l'intelligence statunitense non lo avesse previsto sarebbe un disastro (per gli agenti segreti che hanno toppato). Mentre se i media e i propagandisti fossero i soli responsabili della diffusione della notizia di una morte imminente di Putin, l'intelligence statunitense avrebbe comunque dovuto riferirlo a Biden. Ad ogni modo, non possono sbagliarsi”.

Se il suo scoop fosse vero quali sarebbero le conseguenze sull'evoluzione della guerra?
“I fatti sul campo ci dicono che la Russia è una tigre di carta. Brutale e distruttiva, ma fragile. Ora le truppe sono esauste, l’avanzata a terra va a rilento e, per la prima volta, penso che l'Ucraina sia in grado di vincere: un risultato che però potrebbe innescare un'escalation russa. La notizia sui missili a lungo raggio inviati in Ucraina e le rassicurazioni di Biden che non verranno usati da Kiev per colpire Mosca, rivelano che in questo momento l'obiettivo di Washington è non provocare Putin. Anche i russi sembrano più aperti a negoziare e persino a un incontro tra Putin e Zelensky. È un elemento nuovo. Ora dipende da Putin, da cosa vuole lui, da cosa vuole per la Russia. Dal suo essere malato, sfidato o morire a una possibile svolta: tutto ruota intorno allo zar.

Questa è la guerra di Putin”.

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