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Il voto del quartiere newyorkese Little Italy

Mancano ormai pochi giorni alle elezioni negli Stati Uniti. L'8 novembre gli elettori sceglieranno chi sarà il presidente per i prossimi quattro anni. La battaglia, che fino a qualche giorno fa sembrava chiusa, si è riaperta dopo l'indagine da parte dell'FBI ai danni di Hillary Clinton per lo scandalo emailgate

Il voto del quartiere newyorkese Little Italy

DA NEW YORK - Mancano ormai pochi giorni alle elezioni negli Stati Uniti. L'8 novembre gli elettori sceglieranno chi sarà il presidente per i prossimi quattro anni. La battaglia, che fino a qualche giorno fa sembrava chiusa, si è riaperta dopo l'indagine da parte dell'FBI ai danni di Hillary Clinton per lo scandalo emailgate. La caduta di Hillary e il conseguente rientro in corsa del tycoon è stato ribattezzato “effetto Comey”, dal nome del direttore dell'FBI.

Il New York Times si chiede: “Ci sarà qualche altra sorpresa nel weekend?”. Il perché è presto detto: non passa settimana senza uno scandalo (o presunto tale) ai danni di questo o quel candidato. Un dato di fatto è che Donald Trump è in rimonta. Fino a un paio di settimane fa sembrava definitivamente fuori dai giochi eppure, secondo alcuni sondaggi, avrebbe raggiunto la rivale democratica.

Noi siamo andati a Little Italy che, nonostante la moltitudine di negozi italiani, in realtà sta scomparendo del tutto. Ora infatti è quasi completamente inglobata da Chinatown. E la storica Little Italy non è altro che una semplice strada: Mulberry Street. E sono pochissimi gli italiani rimasti. Abbiamo incrociato qualche elettore americano per chiedere chi andava a votare. Un signore con una bambina a passeggio è categorico: “Definitivamente Clinton. Perché Trump è un maniaco, un clown, e distruggerà il mondo”. C'è chi invece è intenzionato a votare Hillary Clinton non perché la supporta davvero, ma solo perché la considera semplicemente più adatta del tycoon newyorkese: “Io voterò per Clinton, più di Trump – ha detto - Non perché amo Clinton ma perché penso che lei abbia l'esperienza e penso che sia un poco più stabile”. Infine non poteva mancare il dissidente. Una ragazza ha infatti detto che non voterà per nessuno dei candidati perché nessuno la soddisfa appieno. Ma se fosse costretta a votare? Ecco la sua risposta: “Io non voterò per nessuno dei due. Ma se dovessi scegliere probabilmente sceglierei Clinton. Anche se non voglio”.

Forse è proprio questo il punto. Dai sondaggi si evince come la maggior parte dell'elettorato statunitense non ami davvero né Clinton né Trump. L'impressione che si ha negli Stati Uniti è che quello che avvantaggia Hillary, più di Donald, sono le sue esperienze pregresse come Senatrice e come Segretario di Stato.

Ma questo vuol dire poco o nulla, visto che il 40° presidente degli Stati Uniti d'America, in carica dal 1981 al 1989, proveniva dal mondo del cinema: Ronald Reagan.

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