Roma - Il primo sponsor di un'intesa bipartisan per uscire dalla crisi di governo è Casini. Dopo il colloquio con il presidente Napolitano il leader dell'Udc dice ai cronisti: "Un paese in ginocchio ha bisogno di un governo di pacificazione sostenuto dalla gente più responsabile che sia di destra o di sinistra. Se non è possibile, elezioni subito. Se non è possibile, si torni al voto perché noi non siamo disponibili a pasticci, confusioni e trasformismi". Casini ha inoltre affermato che l’Udc ha chiesto al Quirinale che "anche se si dovesse votare ad aprile, con il vigente governo, nell’attuale legge elettorale bisognerebbe introdurre le preferenze, per consentire di scegliere ai cittadini e non ai partiti".
Il Prc: "Governo di scopo" "Abbiamo chiesto al capo dello Stato un governo a termine, di scopo, per sbloccare la legge elettorale sull’impianto dell’ultima bozza Bianco così da contrastare ogni trasformismo". Lo ha detto il segretario del Prc Franco Giordano dopo il colloquio al Quirinale. "Abbiamo espresso contrarietà alle
intimidazioni inquietanti nei confronti del presidente della Repubblica. Si tratta di tentativi di condizionare le decisioni del capo dello Stato" il segretario di Rifondazione attacca gli appelli e gli ultimatum lanciati dalla Cdl. Poi aggiunge: "Se si va al voto la sinistra dev'essere unita, indipendentemente dalla legge elettorale".
L'appello di Montezemolo "Quella di una nuova legge elettorale è una richiesta disperata che noi facciamo" lo ha detto il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montemolo, a Pordenone, prima di partecipare all’assemblea degli industriali locali. Alla domanda se c’è spazio per una nuova legge elettorale prima del voto anticipato, Montezemolo ha detto: "Me lo auguro. Quella che facciamo è una richiesta disperata perché è sotto gli occhi di tutto quello che è successo senza la governabilità". Per Montezemolo "il Paese ha bisogno di grande riforme. Adesso c’è un dibattito su elezioni sì o no. È legittimo, anzi doveroso, che i cittadini, in momenti come questi, chiedano di poter tornare alle urne. Con questa legge elettorale però non sono loro a decidere, ma le segreterie dei partiti. Credo che questa scelta sia una delle cose più importanti di una democrazia. Ma ritengo che devono essere gli elettori a decidere chi mandare in parlamento".
An: "Subito al voto" "Abbiamo chiesto al presidente della Repubblica di prendere atto della necessità di interrompere la legislatura, di sciogliere le Camere e di ridare la parola agli elettori". Netta la scelta di campo del leader di An Gianfranco Fini al termine dell’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica Napolitano. "Al presidente abbiamo ribadito che per An l’Italia ha bisogno di un governo che abbia una maggioranza politica e che affronti i temi come quelli della sicurezza, dei salari e del rilancio delle piccole e medie imprese. Oggi non c’è alcuna condizioni perché nasca un governo così". Secondo Fini "non ha senso un governo per la legge elettorale: in 24 mesi si sono fatte solo discussioni".
Lega: "Al voto" La Lega esce dal colloquio con il Capo dello Stato e ribadisce la linea già espressa dall'ufficio politico di via Bellerio: "Elezioni politiche immediate, senza sostegno ad alcun tipo di governo istituzionale". È quanto ha chiesto il capogruppo alla Camera Roberto Maroni. "Il sistema è bloccato: più si ritarda nel tornare alle urne e più danni deve sopportare il Paese - ha considerato Maroni -. Il presidente della Repubblica sciolga subito le Camere senza ritardo per consentire la formazione di un governo che affronti le questioni più urgenti: questioni che non possono essere gestite da un governo senza maggioranza. Dalla vicenda Alitalia all’emergenza rifiuti, dalla garanzia di adeguati salari alle famiglie alle nomine nelle grandi aziende". Per la Lega "non ci sono alternative". Al voto, quindi, "con questa legge elettorale, non c’è nessun rischio - aggiunge Maroni - perché ci sarà una maggioranza solida sia alla Camera che al Senato". Ora sono attese al Quirinale le delegazioni di An e Udc.
Niet del Pdci Nuovo no al governo tecnico dal Pdci.
Il segretario, Oliviero Diliberto, afferma: "Sento molti nomi per questo presunto governo tecnico, ma io dico a tutti i nostri alleati: attenti, perché è una trappolona. È una trappola di Berlusconi per un dialogo finto, che ci porta dritti a una delegittimazione della sinistra italiana".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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