La Moratti in cabina con la stampella: "La Provincia conta, bisogna votare"

Il sindaco nel pomeriggio in via Solferino con il marito Gianmarco: "La lettera ai milanesi per le elezioni? Necessaria contro la confusione". La Russa in via Stoppani polemizza: "Se un candidato ha superato il 40 per cento perché non eliminare il secondo turno?"

La Moratti in cabina con la stampella: 
"La Provincia conta, bisogna votare"

Ci ha tenuto a dare il buon esempio, anche se per la seconda volta è arrivata al seggio con la stampella destra. «È importante andare a votare, anche perché le Province hanno competenze importanti e l’unico modo per esprimersi è il voto». Il sindaco Letizia Moratti è letteralmente ko dal 4 giugno scorso, quando è stata colpita da una metatarsalgia acuta ed è costretta a camminare con l’aiuto di una stampella. Come al primo turno, accompagnata dal marito Gianmarco si è presentata quindi alle 18.30 munita di certificato medico alla scuola media Parini di via Solferino, uno dei seggi speciali per chi ha difficoltà a muoversi. Ha ritirato tutte le schede, quelle per il ballottaggio della Provincia e per il referendum, e si è informata con il presidente della sezione 523 sull’affluenza, che a quell’ora era ancora ferma al 16%. «Bisogna considerare che è domenica e che c’è ancora tutto oggi e domani fino alle 15» ha considerato il sindaco. In mattinata, su secondo turno e votazioni estive aveva polemizzato invece il ministro alla Difesa Ignazio La Russa, andando al seggio di via Stoppani, dove ha ritirato anche le schede per il referendum («ho votato due sì e un no al terzo quesito, perché credo sia sbagliato potersi presentare in tutti i collegi ma anche limitarlo solo a uno mi sembra eccessivo» ha spiegato). «Continuo a non capire perché ci si rifiuti di eliminare il ballottaggio alle provinciali quando almeno uno dei candidati ha superato il 40% dei consensi - ha contestato il ministro del Pdl -. Bisogna favorire la partecipazione, è arrivato il momento di modificare le modalità di voto, ad esempio impedendo di andare ad elezioni a scuole chiuse quando si sa che molti vanno in vacanza». Proposte su cui il sindaco Moratti glissa. Sull’abolizione del secondo turno alle provinciali si limita a commentare che «deciderà il governo, ora c’è ed è importante andare a votare». Sulla chiamata alle urne a fine giugno, «questa volta - afferma - eravamo anche condizionati dalle europee, credo fosse impossibile fare diversamente, a meno di spendere soldi in più» convocando le provinciali in una data diversa. Poi «se fosse possibile in altri periodi dell’anno forse sarebbe meglio». Sulla lettera di appello al voto inviata nei giorni scorsi ai milanesi, e che ha scatenato le proteste dell’opposizione, ha fatto presente che «era necessaria, perché non era mai successo che cambiassero le date rispetto al primo turno e poteva creare confusione»: l’altra volta si votò sabato e domenica. Dopo le rinunce di massa degli scrutatori al primo turno invece, che mandarono in tilt il Comune, questa volta tutto è andato regolarmente e la Moratti ha voluto «ringraziare i dipendenti comunali, in 106 hanno sostituito volontariamente chi mancava».
Filippo Penati, candidato del Pd alla Provincia, ha votato già ieri a Sesto San Giovanni accompagnato dalla moglie Rita e dalla figlia Ilaria, che ha compiuto 18 anni da pochi mesi («credo che abbia votato il papà», ha scherzato). Il presidente uscente si è detto «sereno e fiducioso». Il rivale, Guido Podestà, andrà invece alle urne oggi alle 12 a Milano 3, in piazza Leonardo da Vinci. Ha accompagnato invece il premier Silvio Berlusconi al seggio di via Scrosati dove è arrivato intorno alle 12 accolto dagli applausi e qualche contestazione.

Ha già fatto il proprio dovere di elettore anche il governatore Roberto Formigoni che al seggio di via Veglia ha ritirato tutte le schede: «Il Pdl non ha fatto campagna elettorale per i referendum lasciando libertà di voto e il quorum sembra lontano - ha ammesso -, io ho fatto una scelta coerente, credo, con quella di molti leader del Pdl».

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