Morte clochard, un’altra inchiesta

«Sono sinceramente addolorato per quanto avvenuto all’Ospedale Sant’Eugenio, presso il cui pronto soccorso è morta una cittadina polacca senza fissa dimora in circostanze ancora non ben chiarite. Pertanto, appena appresa la notizia, ho contattato il direttore generale della Asl Rm/C, dottoressa Elisabetta Paccapelo, per avere ulteriori informazioni in merito e tutta la documentazione del caso».
Lo ha reso noto l’assessore regionale alla Sanità, Augusto Battaglia che intende far chiarezza sull’episodio. «Sono certo - ha aggiunto l’assessore - che le indagini della Commissione d’inchiesta interna istituita dalla Asl e quella della Procura, a cui stiamo garantendo piena collaborazione, faranno piena luce su quanto accaduto, ed accerteranno eventuali responsabilità. Qualora dovessero emergere negligenze, leggerezze, o comportamenti non deontologici da parte degli operatori che hanno assistito la donna e che ne dovevano tutelare la salute, Azienda e assessorato alla Sanità assumeranno tutti i provvedimenti che si dovessero rendere necessari».


«Inoltre - ha concluso Battaglia -, al fine di evitare che si ripetano casi come quello del Sant’Eugenio, la Regione Lazio sta valutando attentamente la possibilità di garantire in tutti i pronto soccorso servizi di mediazione culturale, con lo scopo di aiutare gli operatori sanitari a comprendere e ad assistere al meglio tutte quelle persone per le quali, molto spesso, la difficoltà di comunicazione determina una maggiore difficoltà nell’intervento terapeutico».

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