Mostra e mostri Visita al Palaexpo di Roma

A Napoli si dice «pezzotto» quando ti rifilano quella che a Roma chiamano una sòla e altrove una mezza fregatura. Insomma, alla mostra «Homo Sapiens» allestita nella capitale al Palazzo delle Esposizioni non c’è quasi un pezzo vero: i reperti verranno pure da 56 diversi musei del mondo, ma sono quasi tutti calchi, incluso il flauto di trentacinquemila anni fa che è piaciuto tanto al Corriere e alla Repubblica.
Lo so che mica è facile farsi dare l’originale di Lucy, la nostra progenitrice australopiteca vissuta tre milioni e mezzo di anni fa, e però mica si organizza una mostra su Leonardo e non potendo avere la Gioconda ci si mette un poster, ammenoché non sia un Duchamp. Anche tre anni fa, stessa cosa, grande mostra su Darwin e era pezzotto perfino il taccuino su cui Charles aveva appuntato il famoso albero della vita. C’era un bosco proiettato in una stanza foderata di pannelli, che doveva essere il bosco dove Darwin pensava, dove adesso c’è uno bosco preistorico proiettato in una stanza foderata di pannelli, wow.
Tuttavia, consiglio spassionato di un appassionato di evoluzione: andatela a vedere e portateci i bambini, perché comunque resta una bella mostra didattica, per ripercorrere il percorso della nostra specie in quel viaggio «Out of Africa» intrapreso due milioni di anni fa. I curatori, tra l’altro, sono due studiosi di prim’ordine come Luigi Luca Cavalli Sforza e Telmo Pievani, e nel bookshop trovate tanti saggi della Codice Edizioni, la più bella casa editrice scientifica che ci sia, sponsor della mostra.
Tra le domande politicamente scorrette che né Cavalli Sforza né Pievani penserebbero mai ma io sì: se ci siamo evoluti andandocene dall’Africa un motivo ci sarà, e allora non avrà ragione Carmelo Bene quando sbottò di fronte al pubblico del Maurizio Costanzo Show: «Ma cosa ce ne frega a noi del Ruanda?».
Inoltre, vagando nel Palaexpo, con un biglietto cumulativo potete andare a fare visita alla attigua mostra sul realismo socialista, fotografia e pittura nella Russia del Socialismo Reale, e rendervi conto di quanto può essere sfigato il genere Homo che dopo Sapiens è diventato pure comunista. Oppure vi potete piazzare su una pedana e misurare il vostro grado di similarità genetica con gli altri animali.

Scoprirete non solo il noto 99 per cento di DNA che vi accomuna agli altri primati, ma anche che avete il 50 per cento di geni in comune con la banana. La Chiesa, mi informano gli organizzatori, non l’ha ancora mandata giù: si erano appena abituati al fatto che l’uomo discende dalla scimmia, e anche per i vegetariani non sarà facile da digerire.

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