MotoGp in Germania, anche i medici danno l'ok: Valentino può correre

Rientro a tempo di record per Valentino Rossi. Arriva anche l’ok del medico e quindi oggi pomeriggio il Dottore sarà in pista al Sachsenring per le prime prove libere del Gp di Germania. E segna un altro primato: uno stop di sole 6 settimane, dopo la doppia frattura alla gamba destra rimediata il 5 giugno al Mugello

MotoGp in Germania, anche i medici danno l'ok: Valentino può correre

Rientro a tempo di record per Valentino Rossi. Arriva anche l’ok del medico e quindi oggi pomeriggio il Dottore sarà in pista al Sachsenring per le prime prove libere del Gp di Germania. E segna un altro primato: uno stop di sole 6 settimane, dopo la doppia frattura alla gamba destra rimediata il 5 giugno al Mugello. «Quando mi sono rotto tibia e perone, i medici mi hanno detto che sarei dovuto stare fermo cinque mesi: ma io non gioco a pallone, vado in moto. E soprattutto guarisco presto», dice Vale.
Il messaggio è chiaro: Rossi è tornato. Tutti lo aspettavano, i suoi rivali, forse, speravano non ce la favesse. Invece Rossi, aiutato dalle stampelle, c’è. «Mi mancava la moto, lavorare con il mio team, l’adrenalina. Sono molto appassionato del mio sport, ma la priorità è quella di stare bene, perché voglio correre ancora per tanti anni», afferma il nove volte campione del mondo. Come stai? gli chiedono tutti. «Qualche passo riesco a farlo senza stampelle - dice - ma non posso camminare troppo. A vedere la gamba non si direbbe, ma la sensazione più brutta c’è stata dopo la caduta quando ho visto un piede in posizione normale e un altro appeso». A complicare la situazione c’è anche la spalla, infortunata in allenamento, che ancora non è a posto. «Sono molto più ottimista per la spalla. Nelle ultime due settimane ho potuto lavorare molto in piscina e la situazione è migliorata, ora bisognerà vedere come mi troverò in gara. Con la superbike che ho guidato le cose andavano abbastanza bene, ma quella è una moto diversa dalla Motogp. È più pesante, frena di meno. La M1 ha i freni in carbonio ed è molto più aggressiva sia in accelerazione che in frenata».
Ma non è prematuro un rientro del genere a sole sei settimane dall’incidente? «Non è una cosa pazza - risponde Rossi - abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare. La riabilitazione è stata fatta in modo scrupoloso e muovo la caviglia al 90% così come il ginocchio. La tibia e il perone hanno cominciato a fare un po’ di callo osseo e naturalmente poi il chiodo tiene la tibia in modo più stabile. Penso di poter guidare, ma questo per me è un riavvicinamento alla forma.

Gli unici dubbi sono le condizioni meteo («se piove dovrò stare più attento») e la tenuta, «perché dopo un po’ mi fa male il ginocchio e perdo un po’ la forza».
Prospettive? «Recuperare il terreno perduto è molto difficile, ma non è impossibile. Ci sono tante gare ancora da fare...».

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