
Negli ultimi mesi aveva più volte paventato la possibilità di tornare in Russia per promuovere un concerto in nome della pace, e ora è arrivato l'annuncio dal diretto interessato: Al Bano si esibirà a San Pietroburgo. Il cantante lo ha ufficializzato all'Ansa, a cui ha fatto sapere che la data della performance è stata fissata per venerdì 20 giugno. L'artista di Cellino San Marco si è detto tranquillo e ha assicurato che non ha alcun timore di finire al centro di proteste e di essere accusato di essere amico di Vladimir Putin.
"Io sono amico di coloro che percepiscono la bellezza del sostantivo pace. Coloro che amano la pace devono intervenire anche con questo tipo di azione", ha affermato Al Bano. Che ha fornito un ulteriore dettaglio: sul palco non sarà solo, ma verrà affiancato da Iva Zanicchi. "Sarà con me e i miei musicisti", ha aggiunto il cantante pugliese.
Al di là della sua tranquillità, bisogna mettere al conto che le polemiche per l’evento del cantante saranno scontate e arriveranno puntuali nel nostro Paese. Specialmente perché l'annuncio del concerto è stato diramato a poche ore dall'attacco sferrato dalla Russia in Ucraina, il raid aereo più intenso dall’inizio della guerra; a dimostrazione del fatto che il Cremlino non ha intenzione di arrivare a un cessate il fuoco incondizionato per far tacere le armi e provare ad arrivare alla pace.
Nei mesi scorsi Al Bano aveva dichiarato di essere stato contattato da Mosca per ricevere un avviso ben preciso: tenersi pronto perché per settembre, al massimo ottobre, sarebbe dovuto tornare nella Capitale per cantare sulla Piazza Rossa al concerto che avrebbe festeggiato la pace. Uno dei suoi ultimi concerti a Mosca risale al 2019, mentre tra qualche giorno sarà a San Pietroburgo.
L'iniziativa è certamente un atto simbolico, ma va considerato che è stata lanciata proprio in un momento assai delicato per le relazioni tra l'Europa e la Russia. Anche perché rischia di sfumare pure l'ipotesi Vaticano, che si era fatto avanti per ospitare i colloqui tra Mosca e Kiev.
Certo, quello di Al Bano è un messaggio universale che va oltre la geopolitica e le divisioni tra partiti e Paesi: far parlare la musica in quelle realtà in cui si discute di conflitti. Intento lodevole e legittimo. Ma far parlare il cuore in un'esibizione canora basterà per convincere Putin a smetterla di bombardare l'Ucraina e a rinunciare all'invasione?