Un Mussolini poco noto è quello che riemerge dopo decenni di silenzio grazie a un intervento che ha riportato alla luce uno dei testi meno noti del padre del fascismo. E fa notizia già il fatto che non si tratti di un testo di teorie politiche ma di un romanzo storico che Benito Mussolini compose nella sua primissima fase, quando era ancora un giornalista romagnolo particolarmente ispirato dalle idee socialiste. «Claudia Particella. L'amante del Cardinale» (Salerno editrice, pp.213, 13 euro) è infatti un romanzo d'appendice che fu pubblicato a puntate dal 20 gennaio all'11 maggio 1910 sul giornale socialista «Il popolo» fondato a Trento da Cesare Battisti. Il suo autore, un ancora sconosciuto Benito Mussolini, aveva soltanto 27 anni ed era ben lungi da diventare quello che poi fu.
Imperniato su una vicenda storica realmente accaduta e risalente al Seicento, la trama ripercorre l'amore «scandaloso» del vescovo-principe di Trento Carlo Emanuele Madruzzo per la bella cortigiana Claudia Particella ed è costruito dal Mussolini narratore con il sapiente gusto e lo scaltrito mestiere che attinge a tutte le classiche armi del feuilleton, mescolando con sagacia horror e macabro, passioni e perversioni, delitti e torbide pulsioni erotiche. Insomma gli ingredienti per stuzzicare la curiosità e l'interesse del lettore più moderno ci sono tutte.
Il testo è godibile, la prosa raffinata e avvincente, vagamente dannunziana, che tuttavia seduce per la sua aulica capacità di riprodurre ambienti e suggestioni. Il libro introvabile. Almeno fino a qualche settimana fa, quando Salerno ha deciso di pubblicarlo restituendo al pubblico e ai lettori il piacere di svestire dall'abito storico un personaggio che ha rappresentato un parte importante e a volte funesta della nostra storia per «leggerne» le caratteristiche di narratore e letterato.
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