da Roma
Lannuncio sarà dato a mezzogiorno di oggi dalla Curia di Napoli e dalla Sala Stampa della Santa Sede: Benedetto XVI ha nominato il nuovo arcivescovo del capoluogo partenopeo destinato a prendere il posto di Michele Giordano: è il cardinale Crescenzio Sepe, attuale Prefetto della Congregazione per levangelizzazione dei popoli. Secondo le insistenti indiscrezioni raccolte negli ambienti della Chiesa napoletana, la nomina, già nellaria da qualche settimana, sarà ufficializzata oggi, in anticipo rispetto al previsto, proprio per evitare il moltiplicarsi di voci e indiscrezioni.
Con lo «sbarco» di Sepe, cardinale giovane e dinamico, a Napoli, è destinata a cambiare la geografia della Chiesa italiana. Stretto collaboratore di Giovanni Paolo II, Sepe, dopo essere stato assessore alla Segreteria di Stato (ruolo che implica un contatto costante e diretto con lappartamento pontificio) era stato promosso Segretario della Congregazione del clero. Poi, a sorpresa, Papa Wojtyla gli aveva affidato la complicata gestione della macchina del grande Giubileo del 2000. Sepe ci si era buttato anima e corpo, facendo sì che limportante e complesso appuntamento riuscisse nella maniera migliore, nonostante le difficoltà.
Chi prenderà il posto di Sepe alla guida dellimportante «ministero» che segue la vita delle Chiese in terra di missione? Il successore dovrebbe essere reso noto oggi stesso: si tratta del cardinale indiano Ivan Dias, arcivescovo di Bombay, considerato «papabile» allultimo conclave. La scelta di Papa Ratzinger di trasferire Sepe dalla Curia romana allimportante sede cardinalizia del Sud dItalia non può essere spiegata soltanto con le necessità di un rimpasto dei vertici dei dicasteri vaticani: se così fosse, lattuale Prefetto della congregazione per lavangelizzazione dei popoli avrebbe potuto assumere altri incarichi romani. Evidentemente Benedetto XVI ritiene che la Chiesa di Napoli, della Campania e delle regioni limitrofe abbia bisogno di una «scossa», anche nel rapporto con la società e il mondo politico.
Larrivo dellindiano Dias al suo posto è un segnale che va nella linea dellinternazionalizzazione della Curia e al tempo stesso indica linizio delle «grandi manovre» ai vertici della Santa Sede.
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