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Napolitano: "Il Paese crede nella Costituzione"

Il Colle: "La democrazia non chiede atti di coraggio". Scontro interno all'opposizione: l'ex pm attacca Napolitano. E Berlusconi: "Il Pd resta ammanettato a Di Pietro"

Napolitano: "Il Paese crede nella Costituzione"

Roma - "Una democrazia rispettabile è proprio il luogo nel quale per essere buoni cittadini non si deve esercitare nessun atto di coraggio". Parlando in Quirinale per la Festa dell’8 marzo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,cerca di calmare gli animi osservando che spesso "in un contesto degradato, in situazioni di diffusa illegalità essere ragazzi e ragazze perbene richiede talvolta sacrifici e coraggio", un coraggio che "è bello che ci sia" ma che al tempo stesso non è richiesto in una "democrazia rispettabile".

Il valore della democrazia "Al di là delle differenze politiche tutti gli italiani si riconoscono e credono nei valori della Costituzione", ha ripetuto il presidente della Repubblica dicendosi convinto che "al di là di ogni differenza di modi di pensare e di posizioni politiche profonda è tra le italiane e gli italiani la condivisione del patrimonio di valori e principi che si racchiude nella Costituzione repubblicana, a coronamento di una lunga e travagliata esperienza storica". Tra questi valori, sottolinea Napolitano, ci sono "l’impegno civile, la solidarietà, il rispetto della legalità, valori fondanti del nostro vivere civile". Napolitano ricorda alcuni dei valori fondanti della Costituzione tra cui la solidarietà e "il rispetto della legalità". Valori che "invitiamo a condividere anche le ragazze e i ragazzi immigrati", sottolinea il presidente ripetendo che "anche loro saranno le italiane e gli italiani di domani".

Rispettare la Costituzione Tutta alla luce del rispetto della Carta e dei suoi principi deve essere la ricorrenza del 150esimo anniversari dell’Unità d’Italia. "E' una grande occasione - ha aggiunto Napolitano - per abbracciare in tale condivisione le nuove generazioni portandole a riflettere su quel che ha fatto grande e unificato la nazione italiana, sul ritardo storico del nostro Stato e della nostra società nel rapporto con le donne sull’impegno necessario per superarlo pienamente nell’interesse comune". Tra le molte opportunità che vanno offerte ai giovani per non "decretare un destino di sostanziale decadenza per il nostro Paese" ricorda il capo dello Stato, c’è quella, "forse ancora più importante", di realizzarsi moralmente: "E' un’opportunità - conclude Napolitano - che dipende anche dal contesto nel quale crescono, dai comportamenti, dall’esempio offerto non solo dalle famiglie, ma da tutti coloro che occupano posizione di rilievo nella società civile e nello Stato".

Parità con le donne Le "donne di domani", a cui il Quirinale dedica la festa di oggi, "rappresentano una ragione di speranza e di fiducia per il nostro Paese", due sentimenti "di cui in questo momento abbiamo bisogno".  Il presidente sottolinea che tutt’oggi le donne sono "ingiustamente" in una condizione di "incompleta parità" e si rischia, come è accaduto in passato, un vero e proprio "spreco di talenti e di risorse". "Bisogna scongiurare il rischio - dice Napolitano - che questa ricchezza di risorse umane venga dissipata".

Spesso nelle difficoltà delle donne di raggiungere i massimi gradi delle carriere "pesano anche le persistenti resistenze maschili" e quelli che in passato erano "veri e propri divieti" per l’accesso a determinate professioni sono comunque rimasti sotto altra forma: "Accanto alle preclusioni imposte da norme e regolamenti c’è, non meno impervia - osserva il capo dello Stato - anche la barriera invisibile delle convenzioni sociali" per sconfiggere le quali "molto possono fare anche parenti e insegnanti".

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