«La navigazione rovina le sponde» «No, è mancata la manutenzione»

Botta e risposta sulle responsabilità del degrado nel tratto tra Boffalora e Abbiategrasso. Adesso servono 30 milioni di euro

Più che uno scontro di vedute, quello fra il presidente della Navigli Lombardi Scarl Emanuele Errico e il presidente del Parco del Ticino Milena Bertani è ormai diventato un muro contro muro, sulle responsabilità della navigazione nei confronti dei recenti cedimenti registrati sulle sponde milanesi e provinciali del Naviglio. La società consortile, in cui convergono Regione Lombardia e Comuni rivieraschi, dovrebbe - secondo Milena Bertani - interrompere temporaneamente la circolazione della propria flotta lungo il corso d’acqua progettato da Leonardo da Vinci.
Un’ipotesi che Errico ritiene assurda: «I risultati della sperimentazione effettuata lo scorso anno dallo Studio dell’ingegner Paolo Ardizzon (con 15 anni di esperienza sui canali di Venezia), sono stati resi pubblici nel settembre 2006 ed ufficialmente inviati al Parco del Ticino in data 4 dicembre 2006. Tuttora una sintesi è consultabile sul sito ufficiale della Navigli Lombardi. Tale studio - illustra Errico - oltre a individuare già nel marzo 2006, ovvero ben prima dell’avvio della navigazione, gli stessi dissesti citati dal presidente del Parco del Ticino, chiarisce come i moti ondosi generati dalla navigazione innescano modestissimi trasporti energetici e, pertanto, di intensità tale da non poter interagire con le strutture di sponda che delimitano il Naviglio. La compatibilità della navigazione con lo stato del manufatto è quindi stata per tempo valutata. Nello studio è stato addirittura analizzato lo stato di un tratto di sponda dissestata in località Castelletto di Cuggiono, sia prima che durante che dopo la navigazione, evidenziando il risultato che il moto ondoso non ne ha peggiorato le condizioni». «È indispensabile - sostiene al contrario il Parco del Ticino - valutare la compatibilità della navigazione con lo stato del manufatto. Il sopralluogo effettuato di recente lungo le sponde ha accertato 4 dissesti nel Comune di Boffalora, 3 a Magenta, 6 a Robecco sul Naviglio e 4 a Cassinetta di Lugagnano, nell’Abbiatense. Per questo ho chiesto di sospendere temporaneamente la navigazione e di valutare se effettivamente il moto ondoso è responsabile dei cedimenti».
Polemiche a parte, se le sponde del Naviglio versano in queste condizioni è per la mancanza, negli anni, di interventi di manutenzione ordinaria. Oggi servono 300 milioni di euro per il recupero delle alzaie.

Ristrutturare un metro di sponde, fuori Milano, può arrivare a costare 1000 euro. Cifra che si quintuplica nel capoluogo. «Ma la vera scommessa - per Errico - è fare in modo che la soglia di attenzione sul e attorno al Naviglio resti alta anche dopo gli indispensabili lavori sulle sponde».

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