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Almerigo Grilz, reporter oltre confine

La storia del reporter dimenticato da tutti perché di destra. Ora però un premio è pronto a dargli la memoria che merita

Almerigo Grilz, reporter oltre confine

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Almerigo è un nome che indica avventura. Il desiderio di scoprire l'ignoto. Mondi nuovi. Un uomo che aveva un nome simile decise di battezzare le terre scoperte ad ovest: le Americhe, appunto. Vespucci fu un esploratore corraggioso che varcò i limiti del suo tempo. Ma ci fu un altro Almerigo, certamente meno famoso, che val la pena di raccontare. Era Almerigo Grilz. Anche lui era affascinato dai confini. Innanzitutto quelli che troviamo dentro di noi. Quelli che, quando le gambe iniziano a tremare, ti inchiodano a terra. Resto o scappo? Resto. E per tutta la vita, Almerigo ha deciso di restare. Anzi: prima di andare dove nessuno (o quasi) aveva il coraggio di esserci e poi di restare.

Lo ha fatto con l'Afghanistan dei mujaheddin, insieme ai suoi due compagni dell'Albatross, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin. Sul dorso dei muli valicavano le montagne impervie del Panjshir per raccontare la resistenza anti sovietica. E poi, più ad est, la guerra dimenticata del popolo Karen. Confini da varcare. Ad est come ad ovest. Ma anche a sud, nell'Africa più profonda, in Mozambico. È lì che Almerigo trova la morte. E la filma. Sta seguendo un'avanzata dei guerriglieri anti comunisti della Renamo, che all'improvviso sono costretti ad arretrare. Almerigo li segue. Continua riprendere. Ogni tanto la telecamera inquadra il fronte. Di sfuggita. Filmare oppure no? Cosa dice il limite? Almerigo resta. Questa volta, però, una pallottola lo colpisce in pieno. Crolla. Nel video si vedono i suoi anfibi, poi più nulla. Grilz è il primo giornalista di guerra caduto sui campi di battaglia dopo la Seconda guerra mondiale. Dovrebbe essere ricordato da chiunque faccia questo mestiere, eppure non è così.

Almerigo aveva un peccato. Una macchia che non gli è mai stata perdonata. E che lui, giustamente, non ha mai voluto cancellare: apparteneva al Fronte della Gioventù. Era, insomma, di destra. Troppo per una certa intellighenzia che, anziché sporcarsi gli anfibi come Grilz, preferiva pontificare dai salotti buoni della tv. Troppo per parlare di un ragazzo coraggioso, morto troppo presto. Ora però qualcosa sta cambiando.

Premio Grilz

Questa sera, infatti, al palazzo delle Stelline di Milano verrà presentato il premio Almerigo Grilz, pensato e ideato dal Centro studi primo articolo. Un premio che ha come obiettivo quello di sostenere tutti quei giovani che desiderano, come "Ruga" (questo il soprannome di Grilz), raccontare il mondo in presa diretta. Anzi: raccontare storie vere. Storie che vedono e che raccontano, usando unicamente l'obiettivo della videocamera. Così come Almerigo ha fatto.

E, probabilmente, come vorrebbe fare ancora oggi.

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