
I punti chiave
- Meloni: "Non c'è libertà senza giustizia, non c'è Stato senza legalità"
- Il ricordo dei presidenti di Senato e Camera
- Il ministro dell'Interno Piantedosi alla Caserma Lungaro di Palermo
- La scuola e la cultura contro la criminalità organizzata
- Le istituzioni siciliane chiedono sia fatta chiarezza
- L'opposizione polemica sui depistaggi
"La strage di via D'Amelio ha impresso un segno indelebile nella storia italiana. La morte di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, voluta dalla mafia per piegare le istituzioni democratiche, a meno di due mesi dall'attentato di Capaci, intendeva proseguire, in modo eversivo, il disegno della intimidazione e della paura. La democrazia è stata più forte. Gli assassini e i loro mandanti sono stati sconfitti e condannati". Lo ha affermato in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Meloni: "Non c'è libertà senza giustizia, non c'è Stato senza legalità"
"A 33 anni dalla strage di via D'Amelio ricordiamo Paolo Borsellino, un uomo che ha sacrificato la sua vita per la verità, per la giustizia, per l'Italia". Sono queste le parole scritte dal premier Giorgia Meloni sul social media X per omaggiare il magistrato ucciso dalla mafia. "Il suo esempio - ha continuato il presidente del consiglio - continua a vivere in chi ogni giorno, spesso lontano dai riflettori, combatte per un'Italia più giusta, libera dalle mafie, dal malaffare, dalla paura. Non c'è libertà senza giustizia, non c'è Stato senza legalità. Ai tanti magistrati, forze dell'ordine e servitori dello Stato che hanno scelto il coraggio, anche a costo della vita, dobbiamo gratitudine e rispetto. Hanno tracciato una strada che non può essere dimenticata. Quel testimone è ancora saldo. E lo porteremo avanti ogni giorno, con rispetto, con determinazione, con amore per la nostra Nazione. In ricordo di Paolo Borsellino e di chi non ha mai chinato la testa".
Il ricordo dei presidenti di Senato e Camera
Al ricordo del premier Meloni si è aggiunto quello del presidente del Senato Ignazio La Russa che ha dichiarato: "Via D'Amelio resta ancora oggi una ferita aperta nella memoria collettiva, ma rimane anche un luogo simbolico in cui si rinnova la volontà di non arrendersi mai di fronte al crimine e all'indifferenza. Il sacrificio di Paolo Borsellino e dei suoi agenti continua ad interrogarci chiedendoci coerenza, coraggio e responsabilità perché la memoria non può essere un gesto rituale ma deve tradursi ogni giorno in impegno concreto per una nazione più giusta, libera e fedele ai valori della legalità". Sentite anche le parole del presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana. "L'esempio di coraggio e determinazione del giudice Borsellino nella lotta alla mafia - ha affermato -rappresenta un'eredità preziosa di cui fare tesoro, che continua a ispirare ogni giorno chi è impegnato nella difesa della legalità. In omaggio alla sua memoria e al suo sacrificio, alla Camera dei deputati, abbiamo esposto la borsa che il magistrato portava con sé anche il giorno della strage. Nel cuore dell'istituzione, quella borsa è un simbolo concreto del suo ricordo che vive nei valori che Borsellino ha rappresentato".
Il ministro dell'Interno Piantedosi alla Caserma Lungaro di Palermo
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il capo della polizia Vittorio Pisani hanno reso omaggio, alla Caserma Lungaro di Palermo, alle vittime della strage di via D'Amelio. Presenti anche, tra gli altri, la presidente della commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, il presidente della Regione siciliana Renato Schifani e il sindaco Roberto Lagalla. Le autorità hanno partecipato alla santa messa celebrata nella cappella della caserma. Altri rappresentanti del governo sono intervenuti per ricordare il giudice Borsellino.
La scuola e la cultura contro la criminalità organizzata
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha sottolineato sui social: "Se i giovani oggi cominciano a crescere e a diventare adulti, non trovando naturale dare alla mafia questo consenso...non sarà possibile per le organizzazioni mafiose...trovare quel consenso che purtroppo la mia generazione diede. Queste parole di Paolo Borsellino sono state proposte come traccia in occasione della maturità di quest'anno. Nel 33mo anniversario della strage di Via D'Amelio, rinnoviamo il nostro impegno a costruire una scuola che sia presidio di legalità, ricordo e onore a tutte le vittime della criminalità organizzata". Il ministero della Cultura si è unito con profondo rispetto al ricordo delle vittime della strage di via D’Amelio, nella quale, nel 1992, persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta."La memoria del sacrificio di questi uomini straordinari è un patrimonio civile da custodire e trasmettere - ha commentato il ministro Alessandro Giuli - soprattutto alle giovani generazioni. Attraverso musei, archivi, teatro e iniziative culturali, difendiamo la legalità e contrastiamo ogni forma di criminalità organizzata. La cultura è l'antitesi della mafia: Cosa nostra attecchisce dove regna ignoranza, bruttezza e isolamento sociale".
Le istituzioni siciliane chiedono sia fatta chiarezza
"La verità su quella strage non può più essere rinviata - ha sottolineato il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani -. È un dovere morale e istituzionale che lo Stato deve assolvere fino in fondo. Come presidente della Regione rinnovo l'impegno a sostenere ogni passo verso la piena verità, per rispetto delle vittime e per dare giustizia a un'intera comunità che chiede chiarezza, memoria e coraggio".
L'opposizione polemica sui depistaggi
"Risparmiateci le frasi di circostanza su Borsellino, vi fermeremo". A scriverlo è il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte, in un post su Facebook. "Se qualcuno pensa di poter scrivere una storia di comodo sulle stragi di mafia da far leggere fra qualche anno ai nostri figli continuerà a trovare in noi un ostacolo. Non servirà mettere il bavaglio ai campioni dell'Antimafia come Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho, ex magistrati che abbiamo portato in parlamento e che la maggioranza vuole cacciare dalle commissioni: non ci fermeranno nel percorso ostinato per la ricerca della verità". Duro anche l'intervento del leader di Italia Viva Matteo Renzi.
"I depistaggi sulla strage del 19 luglio 1992 - ha spiegato - sono una delle pagine più squallide della storia italiana. A Fiammetta, Manfredi e Lucia un abbraccio particolare in un giorno particolare".