“La situazione nelle scuole è tragica, non esiste più alcun contraddittorio. Ci preoccupa questa deriva culturale a cui assistiamo in particolare negli ultimi due anni”: questo il grido d’allarme di un gruppo di 107 genitori. La schiera ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere che nelle scuole venga garantito il principio del confronto durante incontri e dibattiti su temi di attualità. La lettera nasce come risposta all’iniziativa di altrettanti genitori dell’istituto Mattei di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, che avevano invece difeso l’incontro online tra gli studenti e Francesca Albanese, contestando le ispezioni disposte dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Secondo i firmatari della nuova lettera, negli ultimi anni la scuola avrebbe progressivamente smarrito il proprio ruolo di spazio di confronto aperto, lasciando spazio a letture unilaterali dei fenomeni internazionali. Nel testo inviato al Quirinale, i genitori hanno posto l’accento sulle parole pronunciate dallo stesso Mattarella all’inaugurazione dell’anno scolastico, ribadendo che la scuola deve fondarsi sul rispetto della pluralità delle opinioni: “Vorremo condividere con Lei la nostra preoccupazione di genitori che negli ultimi due anni hanno osservato come la scuola abbia talvolta faticato a mantenere pienamente il proprio ruolo di luogo di confronto e di analisi critica, lasciando spazio a narrazioni polarizzate”.
I firmatari hanno citato inoltre la circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito del 7 novembre 2025, che invita le scuole a garantire il libero confronto delle idee e una scelta equilibrata dei relatori. Una circolare che, secondo i genitori, mira a tutelare la funzione educativa dell’istituzione scolastica, ma che è stata duramente contestata da alcune componenti interne al mondo della scuola. Nella lettera si fa riferimento all’“opposizione di certi gruppi interni alle istituzioni scolastiche”, accusati di delegittimare il valore del confronto informato e di promuovere un racconto parziale dei conflitti internazionali. Particolare attenzione è stata riservata al rischio di affidare incontri con gli studenti a ospiti percepiti come portatori di una visione ideologicamente orientata. I genitori parlano di “intervento di ospiti ideologizzati” come segnale di una “progressiva deriva culturale”, auspicando invece una scuola capace di accogliere la complessità e le diverse sensibilità.
Debora Castelnuovo, una delle promotrici, ha precisato che l’iniziativa non ha intenti contrappositivi, ma nasce dall’esigenza di equilibrio: “Noi ci 'aggrappiamo' alla circolare del ministro, nessuno vuole prevaricare e proprio per questo abbiamo raccolto lo stesso numero di firme di quelle a sostegno degli incontri con Albanese - chiediamo soltanto equilibrio e che i ragazzi possano sentire entrambe le campane. Ma se in un dibattito non si accettano domande vuol dire che non si vuol rispondere ai ragazzi”.
Infine, facendo riferimento agli arresti avvenuti oggi contro presunti finanziatori di Hamas, la Castelnuovo ha osservato: “Sono cose che si sapevano, ma finalmente qualcosa si muove…”. Un elemento che, per i firmatari, rafforza la necessità di maggiore cautela e pluralismo nel trattare temi di politica internazionale all’interno delle scuole.