Caso Sangiuliano, chiesto il processo per Boccia

Questi i reati contestati: stalking aggravato, lesioni, interferenze illecite nella vita privata, diffamazione e false dichiarazioni nel curriculum

Caso Sangiuliano, chiesto il processo per Boccia
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I pm di Roma hanno chiesto il rinvio a giudizio per l'imprenditrice Maria Rosaria Boccia, indagata a seguito della denuncia presentata dall'ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Le indagini, condotte dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini con le pm Giulia Guccione e Barbara Trotta, hanno portato alla formulazione di una serie di capi d’imputazione che vanno dallo stalking aggravato alle lesioni personali, fino alla diffamazione e all’accesso illecito alla vita privata. Tra le contestazioni figura anche l'inserimento di false informazioni nel curriculum.

L’indagine è iniziata circa un anno fa, quando i carabinieri del nucleo investigativo hanno fatto una perquisizione nella residenza della Boccia, sequestrando dispositivi informatici e telefoni cellulari. Successivamente, lo scorso marzo, la donna è stata ascoltata dai magistrati, e a luglio le indagini sono state chiuse, aprendo la strada alla richiesta di processo.

Secondo l’accusa Boccia avrebbe attuato comportamenti "ripetitivi, ossessivi e di controllo costante" nei confronti di Sangiuliano, sia nella sua sfera privata che nell’ambiente lavorativo. In particolare, avrebbe esercitato pressioni per ottenere una nomina fiduciaria, cercando così di legittimare la sua continua presenza presso il ministero. Al contempo avrebbe messo in atto alcune strategie per screditare i collaboratori più stretti dell’allora ministro, cercando di isolarli progressivamente.

Nel fascicolo si parla anche di un comportamento insistente mirato ad ottenere accesso al cellulare di Sangiuliano, ovviamente utilizzato per attività istituzionali. L’imprenditrice avrebbe chiesto più volte di visionare il dispositivo, arrivando a pretendere codici di sblocco o accesso remoto completo, in alternativa alla consegna fisica del telefono. Tra le parti offese nel procedimento, oltre all’ex ministro, la moglie di quest’ultimo e l’ex capo di gabinetto Francesco Gilioli.

Quarantadue anni, nata a Pompei (Napoli), il nome di Maria Rosaria Boccia finì alla ribalta quando con un post su Instagram ringraziò pubblicamente il ministro per averla nominata "consigliere per i grandi eventi". La nomina, però, fu smentita dallo staff ministeriale e da quel momento, dopo un primo articolo sul sito Dagospia, scoppiò il caso, tra insinuazioni, minacce, ripicche e interviste sui giornali, e in tv, fino alle dimissioni del ministro.

Imprenditrice, Boccia su LinkedIn scriveva di avere conseguito una laurea in Economia aziendale presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope nel 2005 e una seconda in Management all’Università telematica Pegaso nel 2023. I suoi genitori gestiscono un negozio di moda uomo mentre suo fratello ha un atelier di abiti da sposa.

Impegnata anche lei nel commercio (abbigliamento), con gli anni ha sviluppato interessi che hanno lambito vari settori quali la moda, la medicina estetica e la politica, arrivando a organizzare alcuni incontri importanti nei palazzi della politica romana.

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