
Gravi scontri a Napoli tra il movimento disoccupati e la polizia durante una manifestazione organizzata per protestare a fronte delle presunte difficoltà di accedere alla piattaforma del click day, da dove si originano contributi e incentivi. Non è escluso che possano esserci stati anche inflitrati dai centri sociali, che potrebbero aver provocato gli scontri con gli agenti. Alla fine della manifestazione il bilanco è stato pesante, con 10 feriti in totale, di cui 8 tra le forze dell'ordine, compresi due funzionari della Digos. Tra i manifestanti si registrano anche due arresti.
La manifestazione ha avuto origine all'esterno della Prefettura e poi è partita in corteo non autorizzato verso via Toledo, dove ci sono stati danneggiamenti al bene pubblico. La carica della polizia, viene spiegato, è partita nel momento in cui è emerso che i manifestanti avrebbero voluto bloccare i moli del porto, che in questi giorni sono particolarmente affollati di turisti. Quindi si è trattata di un'operazione necessaria per garantire l'ordine pubblico e l'incolumità di tutti. "I disoccupati che non riuscivano ad accedere alla piattaforma tirocini, hanno riversato immotivatamente la loro rabbia verso i poliziotti della Questura di Napoli impiegati nel servizio di Ordine Pubblico. Ancora violenza contro dei poliziotti. Poche ore fa a Napoli dei manifestanti non hanno saputo fare altro che sfogare la loro rabbia contro di noi, con lancio di transenne e distruggendo tutto quello che incontravano dai sacchetti dei rifiuti, ai tavolini rovesciati in via Toledo", ha dichiarato Felice Romano, Segretario Generale del sindacato Siulp.
Sul caso è intervenuto il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, che ha definito "grave e inaccettabile" quanto accaduto a Napoli. "Otto agenti della polizia di Stato sono rimasti feriti mentre facevano il loro dovere, come ogni giorno, per garantire l'ordine e la sicurezza. A loro va la mia piena solidarietà e il più sentito ringraziamento per il servizio che svolgono", ha proseguito il ministro, sottolineando che "non ci possono essere giustificazioni per chi con il pretesto della asserita difesa di diritti ricorre alla violenza gratuita.
Aggressioni alle Forze dell'ordine, danneggiamenti a tavolini, vetrine e arredi pubblici, tentativi di bloccare il traffico marittimo e di occupare aree sensibili della città non hanno nulla a che vedere con il diritto costituzionale a manifestare. Chi organizza o guida piazze che degenerano in aggressioni e scontri se ne deve assumere tutta la responsabilità".