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Documenti falsificati e truffe: cosa c'è dietro il business dell'immigrazione

Dall'ambasciata di Teheran abbiamo avuto la conferma di una grossolana falsificazione di documenti che vengono venduti sotto le insegne degli uffici italiani

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Nel nostro reportage sul traffico di migranti verso l'Italia e l'Europa abbiamo scoperto l'esistenza di un traffico di documenti falsi con base in Turchia. Il suo organizzatore promette la realizzazione di qualunque tipo di carta per l'ingresso in Europa a tariffe che vanno dai 500 ai 1500 euro e spedizione in qualunque parte del mondo con servizio di corriere espresso internazionale.

Sono numerosi i documenti dei quali abbiamo potuto prendere visione tramite i video condivisi dal trafficante su Whatsapp nel tentativo di convincerci a completare l'acquisto e, tra questi, ci sono anche passaporti, visti e permessi di soggiorno italiani. Un permesso di soggiorno che ci è stato mostrato risultava emesso dalla questura di Milano che, da noi contattata, ci ha spiegato la natura di questo documento. Ma abbiamo potuto visionare anche un visto, almeno apparentemente emesso dall'ambasciata italiana di Tehran, che abbiamo contattato per maggiori informazioni.

Che questo documento mostrasse numerose falle nella sua realizzazione e che, quindi, fosse palesemente falso lo abbiamo intuito immediatamente. Da un rapido controllo, infatti, ci siamo accorti che il nome del funzionario che lo avrebbe emesso non risulta operare a Teheran. Tuttavia, con una ricerca online, abbiamo scoperto che esiste un funzionario diplomatico italiano con quel nome, o per lo meno simile, che lavora in un'altra ambasciata mediorientale. Abbiamo comunque proceduto a informare l'ambasciata di Teheran della nostra scoperta, chiedendo anche conferme in merito. Dopo averci consigliato di effettuare un passaggio presso gli uffici della Farnesina, abbiamo ricevuto una risposta esaustiva dall'ufficio stampa della nostra ambasciata in Iran.

"A seguito di un passaggio effettuato con il nostro ufficio consolare, le confermo che lo sticker allegato alla sua precedente email è falsificato in maniera grossolana. Il numero riportato sullo stesso non risulta essere mai stato in carico all’Ambasciata italiana a Teheran, mentre il nominativo della persona che l’avrebbe firmato è altresì palesemente falso (non vi è mai stato alcun funzionario di ruolo all’ufficio consolare italiano a Teheran con il nome riportato sullo sticker falso)", si legge nella mail che abbiamo ricevuto.

Tentare l'ingresso in Italia con questo documento dovrebbe essere impossibile per chiunque, eppure esistono tantissimi migranti che tentano questa strada. Se da un lato, infatti, la maggior parte distrugge i propri documenti prima di arrivare in Italia per rendere complicato il riconoscimento, dall'altra ci sono quelli che acquistano documenti falsi, spesso con identità contraffatte, per essere liberi di spostarsi sul territorio italiano ed europeo.

Quel che è certo è che questo dimostra che quello dell'immigrazione illegale sia un business complesso, in cui trovano spazio traffici di ogni tipo che è necessario fermare anche per garantire la sicurezza nazionale.

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