Febbre West Nile, primo caso autoctono in Italia

In Emilia Romagna è stato riscontrato il primo caso autoctono di contagio da febbre West Nile nell'uomo. Lo ha confermato l'Iss, ricordando le linee guida e le precauzioni da osservare in ottica preventiva

Febbre West Nile, primo caso autoctono in Italia
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A Modena, nelle scorse ore, è stato registrato il primo caso autoctono dell'anno per quanto concerne il contagio da "Febbre del Nilo" in Italia, altresì conosciuta come "West Nile Virus". La conferma arriva dall'Istituto Superiore di Sanità, in un bollettino diramato oggi nel quale l'istituto fa il punto della situazione. Nella nota si specifica come un primo caso di West Nile fosse già stato segnalato in Lombardia lo scorso aprile, ma si trattava a quanto pare di una persona arrivata dall'Oman. In Abruzzo, la scorsa settimana, era invece stata riscontrata la positività in alcune zanzare. Il "caso modenese" è quindi il primo autoctono del 2025 a livello nazionale a riguardante la trasmissione del virus all'uomo. "Il 26 giugno 2024 è stato segnalato in Italia il primo caso autoctono di West Nile Virus (WNV) nell’uomo che si è manifestato nella forma neuro-invasiva nella provincia di Modena - si legge nel bollettino in questione - sono due le province con dimostrata circolazione di WNV: in provincia di Chieti (19/06/2024) è stata confermata la positività in pool di zanzare, mentre nella provincia di Modena (26/06/2024) è stata confermata la positività nell’uomo".

Il documento prosegue ricordando come nell’ambito della sorveglianza veterinaria attuata su cavalli, uccelli stanziali e selvatici, non sia stata ancora rilevata la circolazione del West Nile Virus. Nel 2023 sono stati confermati 332 casi nell'uomo, il primo dei quali il 13 luglio scorso, con 27 decessi. Iss rimarca come per il momento il principale strumento preventivo contro la diffusione delle arbovirosi sia la riduzione dell’esposizione ai vettori durante il periodo favorevole alla trasmissione, ossia le zanzare. Viene consigliato di proteggersi dalle punture ed evitare che possano riprodursi facilmente usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, quando si è all’aperto (soprattutto all’alba e al tramonto) installando zanzariere alle finestre e soggiornando in ambienti climatizzati svuotando di frequente i contenitori con acqua stagnante (per esempio, secchi, vasi per fiori e sottovasi, catini, bidoni, ecc.) e coprendo quelli inamovibili.

L'Istituto consiglia altresì di cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali e di svuotare le piscinette per i bambini quando non sono usate. Dal momento della puntura della zanzara infetta, il periodo di incubazione varia dai due ai quattordici giorni, ma può essere anche di ventuno giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

Nella maggior parte dei casi la malattia è tuttavia asintomatica e solo l'1% dei contagiati manifesta sintomi gravi come febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile.

Quasi sempre i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi al massimo per qualche settimana. In quelli più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i pazienti saranno sottoposti a trattamenti con fluidi intravenosi e respirazione assistita.

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