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Di fronte alla violenza prevalga lo spirito di unità

La nostra tradizione democratica è intessuta di figure straordinarie di uomini e di donne che si sono spesi per la politica. A loro dobbiamo la nostra libertà, della quale sempre più facciamo un triste abuso

Di fronte alla violenza prevalga lo spirito di unità

Vedere le immagini della Presidente del Consiglio, on. Giorgia Meloni, e del Ministro dell'Istruzione e del Merito, prof. Giuseppe Valditara, appese a testa in giù davanti al Liceo Carducci con accanto uno striscione anarchico mi ha letteralmente fatto rabbrividire. Si tratta di messaggi che sono eco di una violenza cupa e meschina: confido che tali messaggi suscitino la netta riprovazione di tutte le forze politiche, nessuna esclusa.

Da mesi invito la classe politica ad abbassare i toni del confronto, ad accettare il risultato elettorale, a compiere il proprio dovere con onestà intellettuale e senso delle istituzioni. Continuare con l'ostruzionismo, con la polemica divisiva, con la strumentalizzazione degli accadimenti, anche i più drammatici, a fini propagandistici non può che portare a questi atti e, quod Deus avertat, ad altri di sempre maggiore violenza.

Viviamo in una democrazia nata dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale. La si finisca di evocare sulla Presidente del Consiglio e sui Ministri gli echi di un passato dal quale si sono prese le distanze. È un agire intellettualmente disonesto, volto ad esasperare gli animi. La nostra tradizione democratica è intessuta di figure straordinarie di uomini e di donne che si sono spesi per la politica. A loro dobbiamo la nostra libertà, della quale sempre più facciamo un triste abuso.

Voglio fare mie le nobili parole pronunciate da Enrico Berlinguer, a Mosca, il 3 novembre 1977, nel 60° anniversario della Rivoluzione di Ottobre: "Ecco perché la nostra lotta unitaria – che cerca costantemente l’intesa con altre forze di ispirazione socialista e cristiana in Italia e in Europa occidentale – è rivolta a realizzare una società nuova, socialista che garantisca tutte le libertà personali e collettive, civili e religiose, il carattere non ideologico dello stato, la possibilità dell’esistenza di diversi partiti, il pluralismo nella vita sociale, culturale e ideale".

Queste parole descrivono perfettamente il senso della democrazia e chi oggi siede in Parlamento nelle file di quelle forze politiche che a Berlinguer si ispirano prendano da lui l'esempio, lui che ebbe l'audacia del compromesso storico, a costo della sua stessa vita. A queste nobili parole fanno ecco le parole altrettanto nobili pronunciate da Oscar Luigi Scalfaro, nel suo discorso di insediamento pronunciato davanti al Parlamento: "Io, certo ultimo, esco dalla scuola politica di Sturzo e di De Gasperi, che nella fedeltà alle loro convinzioni religiose, sempre testimoniate con assoluta coerenza, ebbero dello Stato la limpida concezione laica (Applausi) che si esprime nel rispetto assoluto della Costituzione e delle leggi, nel mai straripare dalle proprie competenze e responsabilità, nel mai servirsi dello Stato, ma di saperlo servire, con fedeltà assoluta sempre, nel ricordare che lo Stato è di tutti, veramente di tutti, e nessuno lecitamente può apporgli il marchio della propria parte politica, della propria fede religiosa, dei propri personali convincimenti, perché ogni cittadino deve riconoscersi nello Stato, ha diritto di riconoscersi nello Stato". Mi chiedo: che sia giunto il momento di un nuovo compromesso storico? Che sia giunto il momento di instaurare un nuovo patto nella politica fondato su un nuovo decalogo in modo che la società di riflesso sia positivamente indirizzata? Facciamo tutti un passo indietro, ispiriamoci alle pagine più belle della nostra storia che sono quelle nelle quali lo spirito di unità ha prevalso, in modo che chi scelleratamente e meschinamente vuole confondere sia isolato e non abbia modo di recare danno alla collettività.

Beati mites quoniam ipsi possidebunt terram.

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