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"Sistemare l'accoglienza qui". Il cardinale Zuppi vuol tenere gli immigrati in Italia

Il cardinal Zuppi distorce la ratio dell'accordo con l'Albania, che è una misura di giustizia sociale per filtrare chi realmente necessita di protezione da chi no

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Accoglienza indiscriminata per tutti: questo è quello che chiede Matteo Zuppi, cardinale e presidente della Cei all'Italia. L'occasione per avanzare l'ennesima pretesa pro-migranti è la presentazione della XVIII edizione del rapporto "Italiani nel mondo", prendendo spunto dall'accordo che Giorgia Meloni ha sottoscritto con l'Albania per dislocare i alcuni centri migranti in territorio balcanico e gestire in questo modo meglio le richieste di asilo. La delocalizzazione è una soluzione che diversi altri Paesi stanno provando a praticare, in Ue è l'Austria ad aver annunciato per prima di voler stringere accordi con Paesi terzi, e non riguarda le difficoltà dell'accoglienza che, invece, vengono avanzate nel suo discorso dall'alto prelato.

"Di per sè è una ammissione di non essere in grado. Non si capisce perché non venga sistemata meglio l'accoglienza, qui non c'è dubbio", ha detto il cardinale. La ratio dietro la decisione del governo, però, prescinde dal sistema di accoglienza, che in Italia è tra i migliori. La soluzione è un test per migliorare le procedure di ingresso nel Paese, permettendo solamente a chi ha diritto di asilo e protezione internazionale di accedere ai servizi dell'Unione europea. Con l'attuale sistema, che può essere riassunto con una mancanza di regole, chiunque può fare richiesta d'asilo e rimanere, spesato, nel Paese fino a quando non viene accettata, o respinta, la sua domanda. Ma nel caso in cui venisse respinta esiste la possibilità di ricorso, che prolunga ulteriormente la permanenza irregolare.

L'esempio plastico della sconfitta di questo sistema è rappresentata dal terrorista di Bruxelles: aveva fatto domanda di asilo in Italia ma anche in Svezia e in Belgio. In quest'ultimo Paese attendeva la pronuncia di una richiesta già respinta nelle due precedenti nazioni. Era un tunisino che non avrebbe avuto in alcun caso diritto alla protezione. Dislocando l'accoglienza dei migranti recuperati in mare dalle navi italiane in Albania si impedisce ai migranti di accedere in Europa e si effettuano in loco i controlli: chi non ha diritto viene rimpatriato senza aver messo piede in Unione Europea. Oltre che essere un sistema più agevole di gestione, è anche un deterrente perché gli irregolari non hanno più la certezza matematica, in ogni caso, di entrare in Europa.

Appare evidente che la ricostruzione del cardinal Zuppi non sia aderente all'effettiva realtà e manchi di centrare lo scopo ultimo dell'accordo tra Italia e Albania. L'Italia da sola non può farsi carico dei migranti che provengono dall'Africa, anche di quelli che sono meri migranti economici senza alcuna necessità di protezione internazionale.

E non è una questione di capacità di gestione dell'accoglienza ma di equilibrio sociale e di giustizia.

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