
L’ultima cronaca di sangue l’assalto al pullman dei tifosi del Pistoia Basket e la morte assurda di un conducente colpito da una pietra non è un episodio isolato. È l’ennesima tacca su una lavagna di violenza che si allunga da mesi. Questi non sono tifosi. Non sono ultras. Sono delinquenti. Gente che vive solo nella logica dell’agguato, del branco, del colpire senza volto. Ed è tempo di dirlo senza più giri di parole: stiamo respirando un clima di insicurezza diffusa.
Non c’è solo lo sport: ci sono proteste che diventano devastazioni, non cortei ma assedi; ci sono pestaggi di agenti, aggressioni agli uomini in divisa che dovrebbero far tremare ogni cittadino di buon senso; c’è un antisemitismo riemerso senza vergogna, gridato nelle piazze e persino sui muri, come se la storia non avesse mai insegnato nulla. Ci sono manifestazioni che paralizzano intere città, non per rivendicare cosa legittima ma per punire, intimidire, mettere in ostaggio spazi e vite di comuni cittadini.
Protestare è un diritto sacro nelle democrazie. Ma è un diritto quando è autorizzato e legale. Quando diventa prevaricazione, blocco, terrore, non è più protesta: è violenza. E l’assalto al bus del Pistoia Basket rientra a pieno titolo dentro questo filo nero che attraversa il Paese: macchine di giornalisti fatte esplodere, minacce a giornalisti, ferocia gratuita elevata a metodo.
Che razza di Paese stiamo diventando? Quando la cattiveria diventa casuale, seriale, ingiustificata, significa che il limite sociale si è spezzato. E se oggi non contiamo vittime ben peggiori è solo perché esiste ancora una struttura dello Stato forze di sicurezza, magistratura, prefetti, intelligence che regge, veglia, anticipa, argina. Siamo vivi, letteralmente, grazie a quella diga. Grazie di tutto quello che fate tutti i giorni a tutti voi che servite con la schiena dritta le istituzioni e lo Stato e i cittadini onesti e per bene.
Ma nessuna diga resiste all’infinito se a valle tutti fingono di non vedere. L’Italia è una democrazia ed è proprio perché lo è che la violenza non può essere tollerata. Non viviamo in uno Stato anarchico dove chiunque si alza al mattino e decide di imporre la propria legge. Se lasciamo che questa idea attecchisca, tutto il resto crolla.
Questo non è solo un fatto di cronaca. È un campanello di allarme nazionale.