Napoli, 18enne ucciso con uno sparo in strada davanti agli amici

Il giovane, Pasquale Nappo, colpito in piazza Pace a Boscoreale mentre era con gli amici. Indagini dei carabinieri e videosorveglianza acquisita. Si indaga sul movente

Il 18enne Pasquale Nappo (Foto Social)
Il 18enne Pasquale Nappo (Foto Social)
00:00 00:00

Un colpo di pistola esploso da uno scooter ha spezzato la vita di Pasquale Nappo, 18 anni, operaio, incensurato. L’omicidio è avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 novembre a Boscoreale, in piazza Pace, nel cuore della cittadina vesuviana.

Erano circa le 2.30 quando due persone, a bordo di uno scooter, si sono avvicinate al gruppo di giovani che stazionava nella piazza. Uno dei due ha estratto un’arma e ha sparato tre colpi, uno dei quali ha raggiunto Pasquale all’altezza dell’ascella. Il ragazzo, ferito gravemente, è stato soccorso da due amici che lo hanno caricato in auto e trasportato d’urgenza all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Ma le ferite interne si sono rivelate troppo gravi: Pasquale è morto poco dopo il ricovero.

Le indagini dei carabinieri

Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Nucleo investigativo di Torre Annunziata, coordinati dalla Procura di Torre Annunziata. Gli investigatori stanno ricostruendo le fasi dell’agguato e lavorano per chiarire il movente.

Non è ancora chiaro se il giovane fosse l’obiettivo designato o se il colpo sia partito contro il gruppo di amici con cui si trovava. Le prime ipotesi parlano di un possibile regolamento di conti, ma non si esclude nessuna pista, anche quella di un errore o di un gesto impulsivo maturato nel contesto della movida notturna.

Gli investigatori hanno inoltre acquisito le immagini di videosorveglianza dei negozi e degli edifici che si affacciano su piazza Pace. Le telecamere potrebbero aver ripreso l’arrivo dello scooter o la fuga dei responsabili. Il raid, infatti, è avvenuto a pochi metri dal Municipio di Boscoreale, una zona solitamente sorvegliata e centrale.

Chi era Pasquale Nappo

Pasquale Nappo era nato a Pompei il 6 marzo 2007 e viveva a Scafati, in provincia di Salerno. Lavorava come operaio e, secondo quanto emerge dai primi accertamenti, non aveva precedenti penali né legami noti con ambienti criminali.

Un ragazzo descritto da chi lo conosceva come "tranquillo, lavoratore, sempre sorridente". La notizia della sua morte ha sconvolto i coetanei e la comunità locale, che si è stretta intorno alla famiglia.

L'autopsia

La Procura di Torre Annunziata ha disposto l’autopsia sul corpo del giovane, per chiarire la traiettoria del proiettile e la distanza da cui è stato esploso il colpo fatale. Gli accertamenti balistici serviranno anche a stabilire il calibro dell’arma e a verificare eventuali collegamenti con altri episodi recenti nell’area vesuviana.

In base alle prime ricostruzioni, i colpi esplosi sarebbero tre, uno solo andato a segno. Gli altri due proiettili, secondo quanto riferito dai carabinieri, si sarebbero conficcati in un muro e su un’auto parcheggiata nei pressi della piazza.

Il regolamento di conti

Al momento la pista del regolamento di conti resta la più battuta, ma le autorità non escludono un tragico errore: Pasquale potrebbe essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Nel frattempo, i militari stanno ascoltando i testimoni presenti al momento dell’agguato, tra cui gli amici che erano con lui, e stanno verificando eventuali dissidi recenti o contatti sospetti.

Il padre di Pasquale, non ha dubbi: "Mio figlio è sempre stato un ragazzo tranquillo. Ha sentito degli spari, si è affacciato ed è stato colpito da un proiettile vagante. Non era lui l'obiettivo. Era bravissimo". "Non sappiamo - aggiunge - darci una spiegazione. L'avevo sentito a mezzanotte, era a Napoli a una festa. Al ritorno si era fermato con gli amici in piazza. Era sereno. Frequentava persone tranquille. Si era diplomato da poco ma lavorava per non pesare sulla famiglia. Ora chiediamo giustizia e basta, vogliamo sapere il motivo per cui è successo questo a noi".

Il dolore di una comunità

A Scafati, dove Pasquale viveva con la famiglia, la notizia si è diffusa rapidamente. Sui social molti giovani hanno lasciato messaggi di dolore e incredulità: "Non è possibile, eri solo un ragazzo perbene", scrive un amico.

Un delitto ancora senza volto

A quasi 24 ore dall’agguato,

nessun fermo è stato ancora disposto. Gli investigatori mantengono il massimo riserbo, ma fonti vicine alle indagini parlano di progressi significativi grazie alle immagini raccolte e alle prime testimonianze.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica