"Luca Ruffino non aveva problemi di salute". I sei biglietti e l'ultima telefonata alla compagna

Dai primi accertamenti nessuna grave malattia per Ruffino. Negli ultimi giorni era apparso abbattuto e giù di morale

"Luca Ruffino non aveva problemi di salute". I sei biglietti e l'ultima telefonata alla compagna
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Stando a quanto risultato fin dai primi accertamenti effettuati dagli inquirenti con l'obiettivo di far luce sul suicidio di Luca Ruffino, non ci sarebbe alcuna evidenza in grado di documentare che il presidente di Visibilia Editore, ad eccezione di qualche piccolo problema di salute, soffrisse di malattie conclamate particolarmente gravi.

Il corpo senza vita del manager, che si sarebbe ucciso con un colpo di pistola alla testa nella serata dello scorso sabato 5 agosto, è stato rinvenuto da uno dei figli all'interno della sua abitazione di Milano. Quest'ultimo era stato allertato dalla compagna del padre, che in quel momento si trovava in vacanza in Sardegna. La donna aveva avuto una conversazione telefonica con Ruffino particolarmente allarmante, dato che il 60enne era apparso molto depresso e abbattuto. Una circostanza che pare confermata anche dagli stessi inquirenti, i quali hanno raccolto più di una testimonianza in cui si faceva riferimento a un forte stato di prostrazione dell'imprenditore già qualche giorno prima del suicidio. Dopo aver tentato invano più volte di contattare telefonicamente Ruffino, il figlio si sarebbe recato a casa sua, facendo la terribile scoperta.

Nei sei biglietti lasciati da Ruffino poco prima di compiere il gesto estremo non ci sarebbe alcun riferimento al caso giudiziario che coinvolge Visibilia: si tratta solo di semplici messaggi di scuse o di perdono rivolte dal manager ai propri familiari, in particolar modo ai figli. Uno di questi è stato indirizzato anche ai residenti del condominio, un altro ai colleghi di lavoro. Pur essendo apparso in modo evidente depresso, comunque, al momento non risulta che l'uomo soffrisse di problemi di salute mentale conclamati e diagnosticati.

La pistola, regolarmente detenuta, con cui il presidente di Visibilia Editore si sarebbe sparato in casa è stata sottoposta a sequestro. Il pubblico ministero Daniela Bartolucci, la quale coordina l'inchiesta insieme alla collega Maria Giuseppina Gravina, ha così deciso. Saranno inoltre effettuati, come da prassi in casi del genere, tutti gli accertamenti balistici, anche se per il momento gli inquirenti ritengono pressoché certo che si sia trattato di un gesto volontario.

I responsabili delle indagini stanno indagando per istigazione al suicidio, ipotesi di reato che consentirà di poter effettuare gli esami autoptici sulla salma di Luca Ruffino, la cui data non è stata ancora programmata. Da comprendere ancora, soprattutto, il vero motivo alla base del gesto estremo, non rilevabile dai biglietti lasciati dall'imprenditore.

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