Hanno evitato la canicola agostana delle ore più calde e si sono dati appuntamento alle 18: sono i manifestanti "no Ponte", il gruppo di circa 80 variegate sigle, per la maggior parte di sinistra ed estrema sinistra, che quest'oggi hanno manifestato contro la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. A pochi giorni dall'approvazione definitiva, i manifestanti si sono ritrovati nella città siciliana per ribadire il proprio "no" all'infrastruttura, per altro fondamentale non solo per il Sud ma per tutta l'Italia, che collega di fatto la Sicilia con il resto d'Europa. Dal Pd di Messina fino al Partito Marxista-Leninista Italiano, a sfilare per le strade di Messina c'era qualche migliaiao di persone che hanno scandito slogan contro il governo e contro il ministro Matteo Salvini.
Nei giorni scorsi è stato perfino organizzato un contest per la realizzazione degli striscioni e tra quelli proposti ne sono stati proposti tre, tra i quali uno che invita il ministro Salvini ad andare via. La manifestazione autorizzata si svolge su un percorso piuttosto ridotto, meno di 2,5 km da piazza Cairoli a piazza Duomo. L'ultima grande manifestazione contro il Ponte sullo Stretto si è svolta a marzo 2025 e in quell'occasione si sono registrati scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti perché, a detta di alcuni, gli agenti sarebbero stati in misura troppo massiccia. Come se questo potesse giustificare lo scontro violento. Sono riusciti anche stavolta a inserire le proteste contro la Palestina nella manifestazione, come s evince dal cartello "no bridge no genocide" realizzato dalla Casa del Popolo di Messina. Inevitabilmente, tra le bandiere dei "No Ponte" ne sono state sventolate numerose della Palestina.
"Uno dei posti più belli del mondo lo vuole stuprare per poi fare che cosa? Per cambiare l’economia siciliana, calabrese e meridionale? È prenderci in giro in un modo palese.
A noi mancano 1000 cose, siamo due Italia differenti e noi vogliamo le cose che ci spettano e che non ci hanno mai dato", ha dichiarato un manifestante a Radio Taormina. Dichiarazioni che si uniscono al coro "Salvini merda" intonato in apertura del corteo insieme a "Noi i cantieri li sabotiamo". E ancora, dal megafono, qualcuno ha gridato: "".