Omicidio Elisa Claps, riaperta la chiesa dove fu ritrovata. La famiglia: "Come dei ladri"

Inizialmente, e per un congruo tempo, il luogo sacro rimarrà aperto ogni giorno, dalle 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20

Omicidio Elisa Claps, riaperta la chiesa dove fu ritrovata. La famiglia: "Come dei ladri"
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Riaperta al culto cittadino la chiesa della Santissima Trinità di via Pretoria, nel centro storico di Potenza. La lunga chiusura, durata anni, fu decretata in seguito al ritrovamento del corpo di Elisa Claps, la ragazza potentina scomparsa e uccisa il 12 settembre 1993. A comunicare la notizia è stata l'arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo. Inizialmente, e per un congruo tempo, il luogo sacro rimarrà aperto ogni giorno, dalle 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20.

La chiesa ritorna ai fedeli

In seguito alla costituzione dell'unità pastorale nel centro storico, nell'ambito di una ristrutturazione in chiave pastorale per meglio rispondere alle conseguenze del forte calo demografico che negli ultimi anni ha interessato il centro storico, la chiesa della santissima Trinità, come sollecitato da Papa Francesco, in sintonia con l'arcivescovo Salvatore Ligorio, diventerà "un luogo per la preghiera silenziosa, l'adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale, e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita".

Custodire la memoria di Elisa Claps

Nel dialogo intercorso tra l'arcivescovo e la Santa Sede si è convenuti, tra l'altro, che per i cattolici, al fine di meglio "custodire la memoria di Elisa", non c'è modo più appropriato della preghiera, anche liturgica, che ha pure la capacità di esprimere profondamente la presenza tenera e discreta favorendo "il cammino di riconciliazione e guarigione per la comunità potentina, segnata da una ferita indelebile", si legge in una nota. Lo stesso Papa ha scritto una lettera direttamente a Filomena Iemma, mamma di Elisa Claps, all'arcivescovo Salvatore Ligorio e a tutto il presbiterio dell'arcidiocesi

La reazione della famiglia

“Solo così così potevano riaprila, in silenzio, durante il mese di agosto, come dei ladri”, ha dichiarato Gildo Claps, il fratello di Elisa, commentando la riapertura al culto della chiesa della Santissima Trinità, nel cui sottotetto il 17 marzo del 2010, è stato ritrovato il cadavere della sorella sedicenne. il familiare ha commentato la riapertura al culto della chiesa. “Non sono sorpreso – ha continuato – perché sono stati ladri di verità per trent'anni. Mi auguro davvero che la chiesa resti deserta, credo sia la risposta migliore che possa dare la città”.

La storia

Il luogo sacro è rimasto chiuso per tredici anni e, nonostante la nuova apertura, resta simbolo di una ferita mai completamente rimarginata. Proprio nel sottotetto di quel tempio, secondo gli investigatori, trent'anni fa, il 12 settembre 1993, sarebbe stata uccisa la studentessa potentina Elisa Claps. La misteriosa scomparsa della ragazza fu a lungo un giallo difficile da risolvere, un rompicapo di cui si è venuti a capo solo diciassette anni dopo, quando, il 17 marzo 2010, il cadavere fu ritrovato proprio nel sottotetto di quella chiesa. Era stato visto già alcune settimane prima da un sacerdote e da altre donne, ma il ritrovamento non era stato segnalato alla polizia.

L’indagine

L’assassino, per gli inquirenti, sarebbe stato uno spasimante respinto, Danilo Restivo, che oggi ha 51 anni, col vizietto di tagliare ciocche di capelli alle ragazze, condannato con sentenza irrevocabile a trent’anni di reclusione. L'uomo, che ha ammesso di aver incontrato quel giorno la ragazza ma ha sempre negato di averla uccisa, sta scontando la pena in Inghilterra, dove è stato condannato per un altro delitto, quello di Heather Barnett, una sarta inglese uccisa il 12 novembre 2002 a Charminster, un villaggio del Dorset nei pressi di Bournemouth.

La condanna

Muovendosi tra presunti errori investigativi, presunti depistaggi e reticenze, false perizie, dichiarazioni di testimoni giudicate di volta in volta inattendibili, erronee, fantasiose o romanzate, i giudici hanno concluso che fu proprio Restivo, la mattina di quel 12 settembre di trent'anni fa, a infliggere tredici coltellate a Elisa Claps, che ne provocarono la morte. Ventuno anni sono stati necessari per arrivare alla sentenza definitiva, pronunciata dalla Cassazione il 23 ottobre 2014 per un delitto giudicato di "straordinaria gravità". Il giorno stesso della scomparsa della ragazza la polizia aveva puntato il dito contro Restivo, ritenendo che egli potesse essere direttamente coinvolto nella vicenda.

Contro di lui sono emersi numerosi elementi indiziari, il più importante dei quali rappresentato dal ritrovamento del suo Dna (non rilevato in una precedente perizia) sulla maglia che Elisa Claps indossava al momento della scomparsa e del ritrovamento del cadavere.

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