Chi è Sigfrido Ranucci, il giornalista è sotto scorta dal 2014

Il conduttore di "Report" vive da anni sotto protezione. Ha subito minacce più volte per le sue inchieste su corruzione e crimine organizzato. Negli ultimi tempi ha affermato di sentirsi isolato e delegittimato

Chi è Sigfrido Ranucci, il giornalista è sotto scorta dal 2014
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Sigfrido Ranucci, conduttore del programma investigativo Report su Rai 3, vive sotto scorta dal 2014 a seguito di minacce di morte ricevute da ambienti mafiosi. Questa misura di protezione è stata adottata in risposta a gravi intimidazioni legate alle sue inchieste giornalistiche. Nel corso degli anni, Ranucci ha denunciato un clima di isolamento e delegittimazione nei suoi confronti, evidenziando come le sue indagini abbiano attirato l'attenzione di soggetti disposti a ricorrere alla violenza per fermarlo. Nella serata del 16 ottobre 2025, un ordigno esplosivo ha distrutto la sua auto, parcheggiata davanti all'abitazione in cui vive a Pomezia, alle porte di Roma. L'esplosione ha danneggiato anche la macchina della figlia e la facciata di una casa vicina. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito. La potenza dell'esplosione è stata tale da scuotere l'intero quartiere, suscitando preoccupazione tra i residenti e le autorità locali.

La carriera di Ranucci

Nato a Roma nel 1961, Ranucci si è laureato in Lettere all'Università "La Sapienza". Ha iniziato la sua carriera giornalistica a Paese Sera, per poi approdare al Tg3, dove ha ricoperto ruoli di rilievo. Nel 1999 è stato inviato Rai nei Balcani e successivamente a New York per seguire gli attentati dell'11 settembre 2001. Le sue inchieste hanno spaziato dal traffico illecito di rifiuti all'uso di armi con uranio impoverito, fino alla denuncia dell'utilizzo del fosforo bianco durante i combattimenti a Falluja, in Iraq. Dal 2017, Ranucci è alla guida di Report, su Raitre, con servizi molto spesso al centro di polemiche politiche.

Minacce e intimidazioni

Oltre alle minacce mafiose, che hanno portato alla sua protezione, Ranucci ha subito altri attacchi. Recentemente, ha denunciato il ritrovamento di due proiettili P38 fuori dalla sua abitazione e pedinamenti da parte di soggetti identificati dalla sua scorta. Questi episodi evidenziano un clima di crescente ostilità nei confronti del giornalista e del suo lavoro.

La reazione delle istituzioni

Politici e istituzioni hanno espresso solidarietà a Ranucci, sottolineando l'importanza della libertà di stampa e della protezione dei giornalisti. La premier Giorgia Meloni ha detto che "la libertà e l'indipendenza dell'informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie". Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha definito l'attentato "un attacco allo Stato", mentre il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato il rafforzamento delle misure di protezione per il giornalista.

Un clima di intimidazione crescente

L'attentato a Ranucci si inserisce in un contesto più ampio di intimidazioni nei confronti dei giornalisti italiani. Negli ultimi anni, diversi professionisti dell'informazione sono stati vittime di minacce, aggressioni e attacchi, spesso legati alle loro inchieste su temi scomodi. Questo clima di paura e intimidazione mina la libertà di stampa e il diritto dei cittadini a essere informati correttamente.

La determinazione del conduttore di "Report"

Nonostante le minacce e gli attacchi ricevuti, Ranucci continua il suo lavoro di giornalista d'inchiesta, determinato a portare alla luce verità scomode per la società italiana.

La sua determinazione è testimoniata anche dal suo libro La Scelta, in cui racconta le sfide e le difficoltà incontrate nel corso della sua carriera. Il giornalista ha dichiarato di non voler cedere alla paura e di continuare a fare il suo lavoro con la stessa passione e impegno di sempre.

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