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"Quei guanti...". L'accoltellatore di Termini è lo stupratore della Garbatella?

Il sospetto sull'aggressione all'israeliana e quell'inquietante coincidenza con la violenza ancora senza colpevole

"Quei guanti...". L'accoltellatore di Termini è lo stupratore della Garbatella?

Lo stupro della Garbatella di tre mesi fa non ha ancora un colpevole. La quarantenne barbaramente aggredita nella sua auto durante una serata tra amiche in una delle zone della movida di Roma sta cercando di dimenticare quell'episodio tremendo ma gli inquirenti non hanno mai smesso di cercare il responsabile. Ora, qualcosa di nuovo sembra aprirsi su quel fronte e l'elemento chiave tornano a essere i guanti indossati dall'aggressore. Un lembo rimase all'interno della vettura della vittima e da qui gli inquirenti hanno potuto estrarre il dna dello stupratore che, però, al momento non ha portato a nessuna strada che può essere battuta. Almeno fino a questo momento, perché, come riferisce la Repubblica, anche Aleksander Mateusz Chomiak, l'aggressore di Termini, indossava dei guanti quando ha accoltellato la turista israeliana.

Questo dettaglio, notato da due negozianti della stazione che hanno seguito la fuga del clochard polacco dopo l'aggressione, non è di scarso rilievo. Infatti, dice che l'uomo aveva premeditato l'aggressione e non voleva lasciare tracce, pertanto decade l'ipotesi di un raptus. Ma c'è di più, perché ora che Chomiak è stato fermato, il suo dna può essere confrontato con quello del misterioso aggressore della Garbatella. In principio, infatti, la vittima e alcuni testimoni che arrivarono sul posto nell'immediato riferirono di un uomo dalla carnagione olivastra, il che fece pensare a un aggressore proveniente dal nord Africa. Ma era buio ed erano attimi concitati. Per non lasciare niente di intentato, la fotografia di Chomiak verrà mostrata alla vittima della Garbatella per un eventuale riconoscimento dell'uomo.

La Repubblica riferisce che tra i due episodi non ci sarebbero solo i guanti di lattici come trait d'union ma anche le modalità con le quali le aggressioni si sono sviluppate. "Era lì solo con l'intento di ferirmi, era questo il suo obiettivo. Qualsiasi cosa avessi provato a fare mi avrebbe massacrata. Una violenza spropositata, senza motivo", disse la vittima della Garbatella in un'intervista a La Repubblica poco dopo l'episodio. "Mi ha accoltellata all'improvviso con tutta la sua forza", ha raccontato la studentessa israeliana agli investigatori. In entrambi i casi, il carnefice non ha parlato, è rimasto in silenzio per tutta la durata dell'operazione. In entrambi i casi, l'aggressore ha agito con freddezza.

Forse tra i due casi non esistono collegamenti, ma per non lasciare niente di intentato e restituire alla città una percezione di sicurezza, è importante non tralasciare nessuna pista.

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