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"Sono filorussi". E scoppia la polemica sui sussidiari

L’ambasciatore ucraino: “Preoccupante propaganda”. Il ministero dell’Istruzione è pronto a intervenire: “Problema da risolvere”

"Sono filorussi". E scoppia la polemica sui sussidiari

I libri di scuola italiani sono noti per una certa gentilezza nel trattare il comunismo, ma a tutto c’è un limite. Secondo quanto ricostruito con dati e fatti, i sussidiari “brillano” per la loro narrazione filorussa. Quando si parla di Russia e Ucraina, studenti e studentesse delle scuole medie si trovano davanti il punto di vista di Vladimir Putin. Inaccettabile ma soprattutto rischioso, considerando le possibili ripercussioni di una visione così distorta e distante dalla realtà. L’allarme è stato lanciato da un gruppo di attiviste ucraine attraverso la giornalista Irina Cascei che da anni vive a Roma ed è stato raccolto da Massimiliano Di Pasquale, direttore dell’Osservatorio Ucraina presso l’istituto Gino Germani, esperto di guerra ibrida e misure attive. E le segnalazioni non lasciano spazio all’immaginazione.

Come riportato dall’Adnkronos, in "Vivi la geografia" (Zanichelli) si legge testuale: "Dal 1991, dopo un periodo di pace, in Europa sono scoppiate altre guerre sanguinose, in particolare in Europa orientale. Qui il crollo dei regimi comunisti, che sostenevano la pacifica convivenza tra le etnie, ha favorito la rinascita di nazionalismi, cioè movimenti politici fondati sull'identità culturale, economica e religiosa di una nazione". Non è tutto, purtroppo. Ecco la disamina sull'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, in aperta violazione dei confini e del diritto internazionale: "Dopo aver chiesto l'intervento delle truppe di Mosca, la Crimea, abitata in maggioranza da russi, si è autoproclamata indipendente con un referendum ed è stata annessa alla Russia". Dunque non il Cremlino che invia le sue forze speciali a occupare illegalmente li territorio sovrano di un altro Stato, ma un popolo che "invoca" l'intervento delle truppe di Mosca. Manca soltanto la firma di Putin.

Ma esempi simili sono presenti in altri libri. Dalle mappe in cui la regione russa comprende i confini di Ucraina e Paesi baltici ai russofoni d’Ucraina che diventano direttamente “russi”, passando per la narrazione negativa dell’Ucraina, descritta come un Paese povero e arretrato. Di Pasquale non ha utilizzato troppi giri di parole, queste sono le classiche azioni di influenza e destabilizzazione politica e psicologica utilizzate dal Kgb e dal partito comunista sovietico per favorire il collasso dell’occidente capitalistico e l’espansione del sistema comunista: “Discorso ripreso dall’ideologia imperialista di Putin che mischia stalinismo e fascismo con la componente identitaria della Chiesa ortodossa russa. Le tecniche sono le stesse: operazioni palesi e occulte di propaganda; reclutamento di agenti di influenza, inseriti in politica, media, università, aziende. Finanziamento di partiti comunisti e della sinistra anti-sistema, anti-euro, anti-Nato; uso di milizie come la Wagner; l’appoggio al terrorismo di sinistra, etnico, separatista; operazioni brutali delle forze speciali come l’assassinio dei dissidenti in patria e all’estero, e i sabotaggi”.

Zanichelli ha tenuto a precisare che non è volontà dell’editore sostenere o addirittura giustificare alcun regime. La direttrice editoriale Elena Bacchilega ha evidenziato che il libro “Vivi la geografia” è stato pubblicato nel 2021 – quindi prima dell’invasione russa – e il testo è già stato oggetto di revisione che verrà riportato nell'aggiornamento della prossima edizione. Ma le polemiche sono vibranti, considerando i potenziali riflessi della distorsione della storia, fino a travolgere l’attuale guerra tra Mosca e Kiev. "La disinformazione russa presente nei libri italiani costituisce una grave preoccupazione, poiché favorisce la creazione di una versione distorta degli eventi, alterando la realtà e manipolando la percezione della storia, della geografia, dei processi politici”, la denuncia dell’ambasciatore d'Ucraina in Italia Yaroslav Melnyk:"Questo è il risultato di una massiccia campagna del Cremlino volta a diffondere narrazioni false, influenzare l'opinione pubblica nella società italiana e a promuovere gli obiettivi politici di Mosca di dividere la società europea".

È molto grave che ci siano dei libri di storia dove sono contenute inesattezze e assurdità, l’analisi del sottosegretario Paola Frassinetti: "L'inadeguatezza dei libri di testo e di quelli di storia in particolare è nota ed è uno dei problemi da risolvere ma a tutto credo ci sia un limite ed arrivare a stravolgere le dinamiche dell'attuale guerra Russia-Ucraina senza individuare l'invasore e l'invaso è davvero inaccettabile cosi come è inaccettabile la distorsione degli avvenimenti e dei fatti tanto da occultare l'occupazione illegale della Russia sul territorio di un altro Stato sovrano". Il presidente della commissione Cultura Federico Mollicone ha annunciato che chiederà al ministero dell’Istruzione di fare una verifica e agli editori di ipotizzare una errata corrige da mandare tramite le scuole a questi libri: “Penso sia un tema di influenza indiretta sull'opinione pubblica e sulla formazione del giudizio storico”.

Gli storici hanno stroncato le inesattezze contenute nei libri destinati ai giovanissimi, ricordando che lo studio della materia apre allo spirito critico. Suor Anna Monia Alfieri ha ammesso di sperare che questa vicenda possa rappresentare l'occasione per un rinnovato approfondimento sull'insegnamento della storia nelle nostre scuole e sui rischi di condizionamento del pensiero perpetrato ai danni delle nuove generazioni: "Da sempre, lo studio della storia è stato utilizzato a fini propagandistici, perché incide sulla mentalità delle persone e, di conseguenza, sulle loro scelte nell'oggi. Poi si aggiunge il fatto che la tendenza dei nostri tempi è quella di trovare le risposte alle domande su Google e non su una ricerca basata sulle fonti".

La religiosa ha aggiunto sul punto: "È importante che lo studio della storia avvenga nelle nostre scuole in modo obiettivo: il docente ha, ovviamente, la propria visione politica, la può anche dichiarare, tuttavia non la può imporre agli studenti né può presentare i fatti in modo conforme alle sue convinzioni personali".

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